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Cambio cavalli

Quasi mezzanotte del primo giorno del duemilacinque. Girone dell’inferno dantesco degli almost thirtysomething immaturi. Si direbbe quelli da Ultimo bacio, ma non ne sono sicuro. Il cartello capovolto e abraso (ma l’ho visto veramente?) riporta la dicitura “Cambio cavalli”. Una scala a chiocciola porta al soppalco da dove si gode della vista dei beoni che si agitano al suono di Tio Pedrito e Are you gonna be my girl?. Poi house da wine bar, anche se non è esattamente un wine bar, almeno a quest’ora.

Non mi rendo conto di come sono arrivato qui. Accanto a me però c’è Medusa, una visione disgustosa e rassicurante al tempo stesso. La diavolessa che fa da cameriera di Nero d’Avola cabernet ha le treccine da Cherokee e tratti da orientale. Anche il sedere è a mandorla, ovvero allungato alle estremità, ma quando le stringo il braccio sorride sulfurea. Capisco che sono dannato per avere spacciato pillole di programmazione neurolinguistica for dummies e cerco Riccardo e Valeria, ma loro devono averla scampata bella. Il Nero è aspro all’inbevibilità e l’altro nero (forse del Bangladesh) cerca di venderci rose gialle bonsai.

Mi metto a parlare con la ragazza che non dà segni di preoccupante chiusura o di sciatteria locutoria e con il suo vicino praticante della professione forense e sorridente. Naturale che lui sia qui, visto il lavoro che ha scelto. Lei era dannata già nella vita e le era toccata la Scuola Interuniversitaria Siciliana di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario e un dottorato sospeso. Mi sorge il dubbio che sia il girone dei dottorandi ma poi ricordo che quello è il limbo accademico, che è cosa diversa.

Medusa mi richiama severa e cerca di trasformarmi in pietra; io mi difendo come posso espandendo la mia aura in un movimento concentrico in senso orario e sgattaiolo per i vicoli della Palermo antica in cui si annidano alcolici cuccioli della Palermo bene i cui genitori, proprio come Forco, sono principi del foro. Oppure seguaci di Ippocrate.

Il contatto con qualcosa di umido e caldo mi sveglia e mi ricorda che esisto. Sempre che io esista davvero.