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La restauratrice

Davanti a uno spongato gigante Consuelo mi spiega che cosa significa descialbare e come si fa il rigatino. Stanchezza nei suoi occhi neri da mediterranea abbronzata e riccia. Il suo naso ha un taglio armonioso e insolito ed è lì che mi soffermo mentre cerco di non farmi sfuggire eventuali segnali di gradimento. Scosta i capelli delicatamente e si mette il lucidalabbra sulla bocca sottile che non mi dà responsi. Eppure sono distratto e non so corteggiarla.

Il piccolo mondo di cui facevamo parte inconsapevoli ci vede a quattro gradi di separazione.

E dopo la notte che trascorre veloce lei ritorna al cantiere del restauro e io alla mia stanza di università, ché ormai questa estate ci scivola addosso mentre canto Seven days in sunny June e mi emoziono: «There’s a magic I can’t hold / your smile of honey gold / […] Could it be this / You never gave me time to say I love you».