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“RomeCamp”

Scrivo da un albergo di Roma beneficiando della connessione (che si chiama DomusNet, alla anglo-latina…) che non ho ancora capito se sia gratuita oppure la sto scroccando (si chiama Hotel Panda e ve lo consiglio, è praticamente a piazza di Spagna). Ieri ho partecipato al barcamp Roma, il mio primo barcamp. A essere sincero ero molto scettico sul funzionamento di un incontro così destrutturato nella sua organizzazione e sono andato armato di molta curiosità. Siamo partiti un po’ lenti ma preso il ritmo il tutto ha cominciato a marciare bene. Credo che l’organizzazione di Fabio Masetti (la sera mi prima mi ha detto «Per me questo barcamp è durato due mesi») e la capacità di tenere la situazione sotto controllo (suppongo testata in altri incontri simili e precedente) dei ragazzi del Linux Club abbiano impedito il peggio.

Le persone che ho incontrato sono quasi tutte interessanti, ho apprezzato molto la copertura dell’evento da parte di dolmedia con una Elisabetta Locatelli in grande forma come intervistatrice, i cibi di San Lorenzo (in particolare la confez…crunch crunch…ione di bis…crunch crunch…cotti di Meliga che ho trafugato contendendoli al famelico Stefano Vitta (:P), le discussioni con Luca Conti, Luciano Giustini e Luca Lorenzetti, la simpatia di Diego, la presentazione di Vittorio Pasteris (che mi ha chiamato in causa ed è una persona estremamente gradevole e che penso resterà per sempre giovane) e gli scambi di idee per i primi passi di due progetti in ambito universitario con Davide Bennato, Stefano Epifani, Antonella Napolitano e Antonio Sofi.

La frase storica del barcamp Roma è una definizione della serendipity di un simpatico ospite:

«La serendipity è quando vai nel pagliaio per cercare l’ago e trovi qualcosa di molto più utile, cioè la figlia del contadino».

ROTFL! :D

“Barcamp Roma”

AGGIORNAMENTO: è online l’intervista che mi ha fatto Elisabetta per dolmedia.