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In America

Da venerdì sono negli Stati Uniti. Per una decina di giorni sarò a Berkeley, poi a New York per circa un mese. :)

Ho attraversato l’Oceano Atlantico sotto a una copertina verde e tra le turbolenze sono arrivato a San Francisco di sera, inseguendo il sole a ovest in una lunghissima giornata. Se non siete ancora stati in America sappiate che il percorso per arrivarci NON è dritto seguendo il parallelo ma segue l’ortodromia (percorso più breve tra due punti) con delle variazioni legate ai venti del giorno. Io ho seguito la rotta di nord-ovest: praticamente si esce dalla Normandia e si rientra sul Canada per andare giù fino a New York. Sono a più di diecimila chilometri da casa e ho fatto 16 ore e mezza di volo ma non credo di aver ancora compreso bene dove mi trovo. Per una serie di combinazioni fortuite (che non penso di poter replicare) niente jet lag.

6872 Km

Con ancora negli occhi la visione di Manhattan avvolta nella nebbia al JFK mi accoglie un’enome bandiera americana (sono ovunque!) per cui quasi mi commuovo e un immigration officer che mi fa qualche domanda e mi fa notare che mi sto avvicinando troppo con un cenno: ricordarsi di stare più lontano dalla gente che in Italia e che lo spazio prossemico varia con la cultura… Esco per cambiare terminal e noto con sorpresa che C’È il muro di parenti e di “prelevatori” come a Punta Raisi! Ma non avevamo detto che era un “teatrino” locale? :D C’è l’Airbus A380 di Singapore Airlines al gate…sbavo.

Sono in un altro mondo in cui subito si nota l’organizzazione e lo stile diverso. Appena saliti sul 757 Delta (aereo che – mi ha detto un pilota – fa vagamente pensare a una bella donna magra con grandi tette…e in effetti…) il pilota fa un annuncio molto amichevole e spaccone e parte il video sulle dotazioni di sicurezza che è molto diverso da quelli delle compagnie europee: non annoia, non terrorizza, l’hostess è figa. :D

Anche durante le turbolenze il comandante è scherzoso e in arrivo a San Francisco, dopo un po’ di virate sulla baia ventosa (ed ecco un’altra similitudine con Punta Raisi in atterraggio) e aver visto il Golden Gate (wow!), ci dice che alla nostra sinistra c’è un altro aereo in atterraggio e precisa che non stiamo andando ad atterrare sulla stessa pista. :D

Un guidatore di taxi di origine asiatica mi istruisce sul fatto che la Cina sia migliore degli Stati Uniti perché…si può bere a tutte le ore (!) e mi raccomanda una discoteca a San Francisco dove fanno buona musica trance…

Tra le prime cose che noto c’è un certo buonumore e una predisposizione assoluta al problem solving e ho la sensazione che tutto venga pensato per funzionare…ma guarda che hanno combinato quei reietti scappati dall’Europa per andare in colonie in un posto lontano!

Sabato sono andato all’Università di Berkeley che ha un bellissimo campus e una torre campanaria che si chiama Sather Tower ma che tutti chiamano Campanile. Sì, in italiano.

Sather Tower - Campanile

Non ho ancora capito perché ma è pieno di Mini!

Prossima tappa Fisherman’s Wharf.

AGGIORNAMENTO: le foto sono qui.