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Il “Delirio” di Beppe Grillo

Ieri sera sono stato “trascinato” a vedere Delirio, lo spettacolo di Beppe Grillo. Volevo condividere con voi alcune impressioni e riflessioni su questa serata col comico (santone qualunquista).

Lo spettacolo è gradevole, ci sono alcuni passaggi brillanti e altri che fanno riflettere (e cadute di stile come quando chiama Brunetta iPod Nano): insomma, il comico c’è. Grande è, invece, la mia perplessità sul Grillo portatore di istanze politiche e sul Grillo taumaturgo. Già in passato ho mostrato grande scetticismo sulle sue iniziative, poco pragmatiche (o moltissimo, se il fine è quello di riempire i suoi palasport e di vendere i suoi DVD: il suo reddito è invidiabile) e demagogiche. È facile trovare gente che annuisce quando si condannano l’inquinamento, la corruzione, l’asimmetria informativa. Un po’ meno facile trovare delle soluzioni efficaci.

Grillo è forte dello sconforto del pubblico che lo segue e che a volte si beve le sue balle. Nello spettacolo, oltre a decantare la magica biopalla/balla per lavare senza detersivo (pare che non funzioni), dice che il The New York Times starebbe chiudendo e che il suo grattacielo sarebbe stato “pignorato” (non è vero: è stato ipotecato) e che il suo blog sarebbe tra i primi dieci al mondo (non mi risulta, per Technorati oggi è sessantunesimo).

Guardando Grillo pensavo che non può essere un punto di riferimento per me. Mi piacerebbe avere come punti di riferimento persone candide (e non so quanto Grillo lo sia), con idee condivisibili (a volte le sue lo sono in valore assoluto) e, soprattutto, realizzabili (questo è il suo punto più debole, come dimostra anche la questione recente delle firme per il referendum respinte: per cambiare le regole bisogna conoscere le regole e saperle utilizzare a proprio vantaggio, come nelle arti marziali si usa la forza dell’avversario).

Ad ogni modo mi sembra di poter dire che il fenomeno Grillo come blogger (la dichiarazione sulla casa in Svizzera e i blog è ridicola e assesta l’ennesimo colpo alla sua credibilità) e come politico (le liste da lui certificate sono state un fiasco clamoroso) si stia sgonfiando. Persino il suo grido di guerra, il becero “vaffanculo” di day ormai lontani, è stato sussurrato dal suo pubblico a fine spettacolo, dove lui chiedeva di urlarlo.

AGGIORNAMENTO: merita una lettura La chiesa di Grillology.