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Telecom Italia furbeggia nel VoIP

Paolo spiega qui come Telecom Italia stia agendo da monopolista con i competitor (che sono di fatto obbligati ad acquistare connettività all’ingrosso) anche nel VoIP.

A seguire il comunicato congiunto dei provider, quasi ignorato.

Aiip e Assoprovider sollevano una voce unanime nei confronti dell’ennesimo abuso di Telecom Italia, che risponde con l’aumento del canone alla minaccia del libero mercato e in particolare alla tecnologia più temibile per il suo business, quella della VoIP.

Telecom Italia ha comunicato agli operatori l’intenzione di applicare alle linee utilizzate per la VoIP (le Adsl sulle quali non è attivo un contratto di telefonia fissa) un canone mensile aggiuntivo da 10,73 fino a 20,34 euro più IVA, anche per quelle già in essere.
Se l’Authority dovesse accettare questa richiesta, non solo la telefonia via internet – la temuta VoIP – ma il mercato in generale subirebbe un durissimo colpo.

Il margine operativo (mol) di Telecom Italia è, in termini percentuali, del 20% più alto di quello di France Telecom. Ora in presenza di un’innovazione tecnologica in grado di assicurare notevoli risparmi per la clientela, Telecom Italia aumenta i canoni relativi alla struttura che detiene in monopolio, per difendere la propria marginalità.

Telecom Italia persiste inoltre nel non mantenere gli impegni presi a favore della concorrenza, assunti nel tentativo di attenuare le sanzioni durante l’istruttoria del procedimento Antitrust per abuso di posizione dominante, che ha portato ad una multa di 152 milioni di euro poi annullata dal TAR. L’intervento sui costi del canone delle linee rappresenta così un duplice ulteriore danno: per gli operatori di questo mercato costretti ad applicare improvvisi cambiamenti nei listini, di solito poco graditi agli utenti, e soprattutto per gli utenti stessi che faranno i conti con il rialzo dei canoni per un servizio come l’Adsl, che ha già i costi più alti d’Europa, come recentemente confermato da uno studio di Altroconsumo.

«È l’ennesimo ostacolo allo sviluppo nel paese di operatori innovativi come Vonage e Packet8, che negli USA hanno portato tanti risparmi alle piccole e medie imprese ed ai privati» – afferma Stefano Quintarelli, presidente dell’Aiip – Associazione Italiana Internet Provider – «L’indifferenza che Telecom Italia ostenta nei confronti delle regole e degli impegni che aveva assunto è inammissibile. Basti ricordare che ancora a metà giugno, non esiste l’offerta bitstream cost plus che Telecom Italia si era impegnata a presentare sul mercato, entro la fine del 2004 e se si aggiunge a tutto questo il nuovo incremento dei canoni delle linee, si può affermare che l’unico passo sia stato mosso nella direzione opposta. Tutt’altro che quel “ravvedimento operoso” che il TAR aveva riscontrato negli ultimi impegni verbali di Telecom».

Matteo Fici, presidente di Assoprovider, l’Associazione Provider Indipendenti, ricorda che «la rete in rame per le telecomunicazioni è un “monopolio naturale” e come tale qualsiasi economista può confermare quale inutile spreco di preziose risorse per il nostro paese costituirebbe pretenderne una duplicazione. Avrebbe senso replicare la rete ferroviaria, piuttosto che quella di distribuzione dell’energia o quella idrica o quella del gas? È ora che Telecom cessi di utilizzare strumentalmente una pretesa mancanza di investimenti degli altri operatori in questi settori (Local Loop in rame) e si preoccupi anche degli interessi del paese. Se Telecom avesse dimostrato un atteggiamento meno strumentalmente ostile sia all’utilizzo di tale risorsa che alla liberalizzazione nell’utilizzo di altri media quali Local Loop e complessivamente più cooperativo oggi forse avremmo un sistema infrastrutturale con una naturale ripartizione degli investimenti sia per area geografica che per media trasmissivo e con una pluralitò di soggetti investitori.
Le PMI non necessitano di aiuti di stato ma di un’autorità che vigili concretamente affinché sia rispettata la libera concorrenza ostacolando in modo deciso la formazione di mercati protetti e garantendo per tutti gli stessi diritti nella competizione.