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L’improbabile proporzionale

Qualche riflessione sulla proposta di modificare il sistema elettorale in senso proporzionale.

Innanzitutto devo dirlo: sinistroidi che rivendicate la solita superiorità morale e che vi strappate i capelli per il vulnus alla democrazia non avete capito niente! Se il sistema italiano è gravemente compromesso lo è tutto, e con questo intendo i singoli componenti dei singoli partiti di entrambi gli schieramenti compresi i loro leader (sempre che lo rimangano dopo primarie e discussione sulla premiership). Ci sono troppe nuvole oscure sul passato di Berlusconi e di Prodi, sulle loro scelte pragmatiche e sui loro mandati presidenziali. Nelle cose che ho letto in questi giorni trovo purtroppo sempre la classica posizione del «noi buoni, voi cattivi» (e c’avete perso due elezioni). Facciamo che siamo tutti nello stagno della seconda repubblica e che la melma è alta.

Premesso ciò, Sartori ha scritto ne La riforma con il veleno alcune cose che condivido, dettate da uno sguardo all’Italia che abbiamo e non a quella che vorremmo. Dice che l’attuale sistema elettorale lascia troppo spazio ai partitini e aggiunge:

«Partitini che per salvarsi da una riforma elettorale che li farebbe sparire sono pronti a spaccare tutto, ivi incluso il governo nel quale siedono. Il fatto è, allora, che una riforma elettorale può essere fatta in Italia soltanto sotto elezioni. È la nostra unica “finestra di opportunità”. Perché sotto elezioni la pistola dei partitini diventa scarica. Sotto elezioni il governo è a termine, i partitini-ricatto non lo possono far cadere perché decade da sé. Che la nostra riforma elettorale possa essere fatta soltanto alla ventitreesima ora l’ho scritto molte volte e da tempo».

Sarà triste, ma è veritiero. Da un punto di vista formale (lo dice il costituzionalista) la riforma è fattibile. Moralmente (ma anche tecnicamene) nascono dei problemi dovuti al computo dei voti e dei seggi, è evidente. E Sartori dice:

«La sproporzione fra voti e seggi caratterizza il sistema maggioritario, non certo i sistemi proporzionali. Ed è il sistema maggioritario, non il sistema proporzionale, che eventualmente falsa il rapporto tra voti e seggi consentendo a una minoranza elettorale di conseguire la maggioranza in Parlamento. Anche se il proporzionalismo non ci piace, non è lecito condannarlo dicendo sciocchezze».

Non sono totalmente d’accordo e rimango maggioritarista perché comunque il maggioritario con i collegi uninominali porterebbe (se non fossero “blindati” e spartiti con logiche perverse, ok) benefici, sussidiarietà ecc., ma qui Sartori evidenzia che si è molto imprecisi a condannare un sistema a priori non valutando una serie di pro e di contro anche di contesto. Eppure ci stiamo impantanando su questioni tecniche e giudizi di valore e finiremmo come molti al tifo.

La partita è un’altra: rilassatevi! Assistiamo a una mossa che, per una volta è, a mio avviso, molto astuta. Da un mese a questa parte si parla di voglia di centro, di balena bianca, di Follini e Rutelli a braccetto non si sa quando ma si sa come. E qui arriva la proposta di proporzionale: pigliatevi questo centro!

Si farà la riforma? Io ne dubito. C’è una volontà di farla o si vuole mettere qualcuno in un angolo? Che cosa avviene? I centristi sono nei casini e le primarie del centrosinistra possono essere ulteriormente turbate.

Ragioniamo per stakeholder. Chi beneficerebbe della riforma in senso proporzionale? Follini e i partiti “piccoli”, tra cui La margherita e Rifondazione comunista, ma anche i partiti in proporzione più grandi…i Democratici di Sinistra e…Forza Italia anche se qui potrebbero sorgere dubbi. Di certo c’è che alle ultime elezioni Forza Italia è andata male e la riforma le garantirebbe comunque di rimanere primo partito nel centrodestra. Svantaggiate le “ali” degli schieramenti.

E qui c’è un paradosso: Fini vuole il maggioritario e dice sì al proporzionale ma dopo la odiata devolution; Follini si irrita, vuole il proporzionale ma preferisce il maggioritario alla devolution! Ciampi dice di non guardare indietro, nella maggioranza si rumoreggia (sembra anche i deputati centristi) più per il complicarsi dell’attribuzione di candidature e collegi che per adesione a un’idea, l’opposizione fa mancare il numero legale, i sinistroidi si indignano fino a farmi leggere frasi assurde come «occupiamo il Parlamento» (manco fosse la skuola okkupata!). Quindi (non ci siamo ancora, ma alla fine del “teatrino” credo che andrà così): non esistono le condizioni per la riforma in senso proporzionale.

Ancora una riflessione, invece. Credo che in questo momento Prodi tremi e che siano molto forti le tentazioni di massacrarlo alle primarie , il che potrebbe aprire la via a un’adesione al progetto di riforma in senso proporzionale. Sicuramente le primarie si svolgeranno in un clima di tensione.

In conclusione l’Udc incastrata dovrà ingoiare il rospo e seguire il percorso in cui le manovre di Berlusconi e Fini la chiudono: ricandidare Berlusconi e giocarsela voto per voto, magari perdendo.