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Jovanotti a Palermo

Si spengono le luci e sento un odore buono che sa di vapore. Sinestesia, la palla anni ’70 illuminata da più parti risplende nel buio e le voci si confondono mentre suona Also sprach Zarathustra da 2001: odissea nello spazio. Per mezz’ora è un medley di suoni e voci dai film della nostra epoca. Mi emoziona la voce di Gassman.

Lorenzo entra dal parterre. Nel Capo Horn Tour scendeva dall’alto con tutti i musicisti. Sei anni sono passati come niente. Era Marsala, ora Palermo.

Inizio blando, poi un loop, l’elettronica, è (Tanto)3. Chi pensa che sia una canzone stupida è stupido lui. Tutto ciò che di mortale c’è e che mi piace tanto.

Il display mobile è figo.

«Un tizio seguito da una tigre per sfuggirle si aggrappa al ramo di un albero cresciuto sul bordo di un precipizio in fondo al quale c’è un’altra tigre. Sul ramo c’è una mela rossa. Il tizio, incurante dei pericoli che crescono intorno a lui, molla con una mano la presa e agguanta la mela. La mangia e dice: È la più buona che abbia mai mangiato». O giù di lì.

Non m’annoio: «Questo è il nostro tempo, QUESTO è il nostro tempo».

Mi fido di te mi chiede cosa sono disposto a perdere. La chitarra acustica suona Piove, Io ti cercherò e Gente della notte. Ma poi c’è Gimme five a manetta.

Su Bella scatto una bella foto. Su Ragazzo fortunato sul display scorrono le immagini di Valentino Rossi. Poi Penso positivo.

«Tutti quanti ballano sul ritmo giusto» e Lorenzo presenta Saturnino con un basso che illumina il palasport, Frank Santarnecchi, Mylious Johnson, Jorge Bezerra, Chris Rigano (notevole alle tastiere!) e Riccardo Onori. Finale in rosanero per Ciao mamma.

Era la tappa di Palermo del Buon Sangue Tour.

Cosa sei disposto a perdere?