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Il tatto del vestito da sposa dell’ex

La scorsa settimana ho liquidato senza troppi complimenti un partner scorretto di uno dei progetti che seguo. Questo periodo lo ricorderò come il periodo in cui ascoltavo le canzoncine in portoghese e in spagnolo, come Mas que nada nella versione dei Black Eyed Peas e la sensuale Diferente dei Gotan Project (tango+musica elettronica), pensavo alla bella studentessa, leggevo tanti post, prendevo il caffè tardi, facevo le flessioni (contro il buon senso) prima di andare a letto, ascoltavo 105 mentre dormivo (per un bug dell’N70 che produce un disturbo fastidioso delle frequenze inferiori) e sognavo di fuggire via a New York o a Roma in cerca degli stimoli che mancano.

Sabato si è sposata la mia ex ex. Sono contento per lei, con cui ci siamo lasciati otto anni fa. L’ho osservata salire le scale che portano all’altare e ho rinnovato una certa perplessità pensando alla promessa davvero impegnativa che gli sposi si scambiano. Non ho sentito nessun fastidio, anche se tanti parlano di una urticante sensazione al solo pensiero dell’ex che si sposa.

Soltanto il tatto del suo vestito mi ha dato una sensazione strana.