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Linus risponde

Qualche post fa raccontavo di avere scritto a Linus dandogli il benvenuto tra i blogger e dei piccoli suggerimenti per il suo blog.

Ieri mattina sono stato contattato perché Linus voleva parlare con me di blog in Deejay chiama Italia (o, meglio, Deejay chiama estate). Abbiamo fatto l’intervista quasi in chiusura e per trovarmi prima possibile hanno veramente fatto di tutto. Nel pomeriggio sono stato contattato da Massimo Oldani (il responsabile editoriale di Radio Deejay) che si è annotato tutte le piccole cose che ho avuto da suggerire, anche se presto il blog passerà su una piattaforma nota e piena di feature. Verrò contattato anche dalla divisione web di Kataweb che si occupa del sito di Radio Deejay.

Mi sembra di poter dire che questi contatti siano dei segni di grande attenzione da parte di Linus e del gruppo che dirige verso la blogosfera. Non è, quindi, uno di quei casi in cui ci si riempie la bocca della parola “blog”.

Se Radio Deejay è la prima radio in Italia (almeno nei sette giorni) forse è anche perché si è sempre aperta agli altri media. E basta dire Deejay television, i fax, gli SMS, il satellite e la Rete, prima con il sito e ora con i blog.

Di nuovo in bocca al lupo, Linus!

L’intervista è disponibile in mp3 o in Real Audio.

AGGIORNAMENTO: ne hanno parlato …di Spery, Akille.net, Blog Aggregator, Come si fa un blog, Giocolando, Happy brain!, IL GRANDE COCOMERO, Jack Ventura’s Blog, KoKopelli, non è niente, Pandemia, PRINCIPE, Salvatore Aranzulla, TocqueVille, UBW, Un blog di Andrea Beggi e VOICE over IT.

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Viaggi alternativi

Tra le psicosi estive c’è sicuramente quella di chiedere a chiunque capiti a tiro dove andrà in vacanza. Io penso che mi affiderò a Latourex.

  • Viaggio A-Z:
    si sceglie una città da visitare dalla A alla Z. Si trova la prima via che inizia che A e l’ultima che inizia per Z e si traccia una linea tra le due. Poi si cammina lungo la linea e si scopre la città alfabeticamente.
  • Viaggio estetico:
    si trasforma una vacanza tipica in una vacanza estetica. Ogni volta che si soggiorna in un diverso “Hotel Bellevue” si fotografa, si disegna o si dipinge ciò che si vede dalla finestra.
  • Viaggio aeroporto:
    si passano 48 ore in un aeroporto senza salire su un aereo. Si beneficia delle confortevoli sale, delle diverse possibilità di lavarsi, dei negozi e delle varie cibarie. Si osserva la gente che va alla sala partenze e si perlustra con gli occhi il tabellone delle partenze in continuo mutamento.
  • Viaggio alternato:
    si esce di casa a piedi. Si prende la prima strada a destra, poi la prossima a sinistra, poi la prossima a destra, poi la prossima a sinistra ecc. Si va avanti finché qualcosa, un deserto, un palazzo o un corso d’acqua, blocca il passaggio e non si può proseguire.
  • Viaggio anacronistico:
    1. Si viaggia con un mezzo di trasporto old-fashion od obsoleto, ad esempio la portantina, il palanchino, la galea, l’hackney cab, l’auto su rotaia, la 2 CV, il dirigibile ecc.
    2. Si visita una città straniera utilizzando la vecchia edizione di una guida.
  • Viaggio budget:
    si viaggia basandosi su un budget complessivo. Si parte senza tempo e denaro abbastanza disponibile per completare il viaggio. Si sceglie una destinazione in cui non ci sia niente da segnalare e in cui si avrà una conoscenza limitata della lingua locale.
  • Odissea burocratica:
    si fa un tour dei seguenti posti conosciuti per la loro funzione amministrativa (piuttosto che per il loro valore turistico): sale d’attesa, uffici dei servizi sociali, municipi, stazioni di polizia. Si utilizzano le agevolazioni e le risorse, ad esempio fotocopiatore, brochure, riviste, e si assaggiano le delizie gastronomiche offerte, ad esempio spaccio di bevande, macchinetta del caffè, negozio di sandwich ecc.
  • Viaggio notturno:
    si organizza di visitare un luogo e di arrivarci di notte. Si passa la notte esplorando la città e si torna a casa all’alba del giorno dopo.
  • Viaggio-probabilità:
    si inserisce il nome della propria città nell’indice dell’atlante mondiale (se non c’è già lì). Si tira il dado e si conta il numero di righe verso il basso dalla propria città. Quella su cui finisce il dito è la destinazione del viaggio.
    Se ad esempio si vive a Palermo uno porterà a Palghat, India, due porterà a Palma, Spagna, tre porterà a Palma di Maiorca, Spagna, quattro porterà a Palma, Brasile, cinque porterà a Palmer, Stati Uniti, e sei porterà nella Terra di Palmer, Antartide.
  • Contro-viaggio:
    si viaggia con una macchina fotografica ma non si scattano foto a paesaggi famosi e attrazioni turistiche. Invece si danno le spalle e si fotografa ciò che si vede.
  • Dodecaviaggio:
    dodici itineri di viaggio andranno costruiti attorno al numero dodici. Esempi:
    1. Si prende un treno che parte alle 12:12 e si scende alla dodicesima fermata.
    2. Si cammina o si nuota lungo il dodicesimo parallelo.
    3. Si fa un tour degli alberghi soggiornando solamente nella camera numero 12.
    4. Si inizia un giro del mondo con soli 12 €/$ nel portafoglio.
    5. Si viaggia lungo autostrade e strade numerate con il 12.
  • Doppio viaggio:
    si visitano posti i cui nomi si ripetono più volte, ad esempio Sing-Sing, Bora-Bora, Baden-Baden.
  • Viaggio capolinea:
    si prende un autobus suburbano, la metropolitana o il treno che porta fuori città e si viaggia fino al capolinea. Si cerca un posto per passare la notte e si esplora il sobborgo in cui ci si trova.
  • Ero-viaggio:
    si organizza per passare un weekend fuori con il partner. Si parte per la destinazione prescelta con mezzi diversi e non si sceglie un’ora o un posto per vedersi. Ci si cerca…
  • Spedizione sul K2:
    si esplora l’area che nella planimetria o nella mappa di una città è identificata da K2. Si beneficia delle attrazioni culturali, delle delizie gastronomiche e delle fontanelle in quell’area.
  • Viaggio gastronomia:
    questa avventura gastronomica consiste nell’inventare piatti e menu creati esclusivamente con ingredienti il cui nome contenga una destinazione. Ad esempio i cavolini di Bruxelles, i Francofortesi, i funghi di Parigi, la crema Chantilly ecc.
  • “Insider-viagging”:
    si esplora un posto seguendo i suggerimenti degli abitanti del luogo. Si fa esattamente quello che dicono. Si può provare a farlo nella propria città fingendo di essere stranieri.
  • Viaggio last-minute:
    ci si concede una anno da trascorrere viaggiando. Durante quei dodici mesi si gira il mondo comprando biglietti-affare last-minute a buon mercato dai tour operator. Si fa una settimana qui, 10 o 15 giorni lì, mezza pensione o pensione completa. L’unico prerequisito per il viaggio è quello di pianificare il percorso usando Internet collegando vacanze o voli a prezzo ridotto.
    Di tanto in tanto si può tornare a casa a riposarsi, fare il bucato, comprare più cibo per gli animali, votare ecc.
  • Viaggio letterario:
    si fa un giro del mondo letterario senza alzarsi dalla propria sedia. Si parte con un autore del proprio stato e quindi si legge un libro di qualcuno di uno stato confinante. Si continua finché si completa un percorso intorno al globo.
  • Viaggio Monopoli:
    metodo di esplorazione della città che consiste nella scoperta di una capitale seguendo lo schema della propria tavola del Monopoli. Si visitano le strade, le stazioni, la prigione, il parcheggio, le compagnie dell’acqua ed elettriche ecc. lanciando il dado e seguendo le regole ufficiali del gioco.
  • Viaggio per-nome:
    si visitano posti nel proprio stato che condividono il nome con posti all’estero, ad esempio Barcellona (Pozzo di Gotto) in Italia (ma anche in Spagna).
  • Opus-viaggio:
    si fa un viaggio suggerito dal nome di un’opera d’arte, dalla letteratura, dalla musica o dal cinema. Ad esempio: One night in Bangkok, Miss Saigon, Cristo si è fermato a Eboli ecc.
  • Micro-viaggio a caso:
    ci si vede con gli amici in un bar il sabato mattina. Si mettono le chiavi di casa, il nome e l’indirizzo in una busta. Si mescolano le buste e si ridistribuiscono a caso. Si passa il weekend nel posto della busta che vi è toccata mantenendo gli appuntamenti (pranzo, brunch o cena) dell’occupante solito.
  • Viaggio autostoppistico soft:
    si va alla rampa autostradale più vicina con uno zaino sulle spalle e un cartellone (di circa 20 per 50 cm). Si scrive il nome di una destinazione molto lontana sul cartello, ad esempio Buenos Aires, Shanghai ecc. Si sta in piedi sul bordo della strada, si alza il pollice e si aspetta.
  • Viaggio a ritorno lento:
    si sceglie una destinazione abbastanza lontana da dove si vive e si usa il mezzo di trasporto più veloce possibile che si trova per arrivarci. Per il viaggio di ritorno si fa il contrario e si sceglie il mezzo di trasporto meno veloce possibile.
  • Thalasso-viaggio:
    fingendo che si sia rotto un tubo dell’acqua o che manchi l’acqua calda ci si auto-invita a fare un bagno a casa degli amici. Si porta con sé tutto l’occorrente per una stazione termale: sapone, shampoo, tovaglia, accappatoio, musica rilassante, alga marina, champagne ecc.
  • Viaggio-inseguimento:
    si seguono degli amici che vanno in vacanza senza perderli mai di vista. Gli si scattano decine di foto usando un teleobiettivo. Quando tornano a casa li si accoglie con una proiezione della loro vacanza.
  • Trip poker:
    trip poker è un gioco di viaggio per quattro persone. Tutto ciò che occorre è un comune dado. Il gioco è suddiviso in tre mani. Si parte con un viaggio con gli altri giocatori. Ciascun giocatore lancia il dado a turno. Colui che ottiene il punteggio più alto vince la mano. Il vincitore della prima mano sceglie la destinazione del loro viaggio. La destinazione deve trovarsi a una certa distanza dal luogo in cui vive il giocatore. Questa distanza si calcola moltiplicando il numero del dado per 100. Il vincitore della seconda mano decide la data del weekend fuori sommando un numero di mesi alla data di oggi. Il numero è quello della faccia del dado vincente. Il vincitore della terza mano stabilisce il tipo di sistemazione. Ciascun numero sul dado corrisponde a una residenza come sotto.
    1. Albergo.
    2. Campeggio.
    3. In auto.
    4. A casa di qualcuno.
    5. Sotto le stelle.
    6. Nessuna sistemazione e non si dorme!

‘Sti matti sono francesi, di Strasburgo. (via Beppe Grillo)

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Libri a catena

Antoniognius mi passa la catena letteraria. Certo che se continuiamo così l’estate è messa male. :P

Libri che posseggo nella mia biblioteca e in genere:
forse può sembrare strano ma a casa mia non ho molti libri. Molte cose le ho prese in prestito al liceo nella biblioteca della scuola. E invece di studiare italiano ho letto quello che piaceva a me… Però credo che “possedere” un libro significa averlo dentro. Credo che sia la giusta interpretazione. Ad ogni modo, a casa ho molti classici del pensiero filosofico che un giorno leggerò, i due Pirsig (Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta e Lila), Due di due di De Carlo, il Kamasutra (che secondo me è letterariamente notevole), No logo e Global, Tocqueville e Marx, il Vangelo e il Corano, Siddharta, Cent’anni di solitudine, La casa degli spiriti in spagnolo e Il piccolo principe in francese ed Essere digitali di Negroponte. E altro. “Posseggo” (in senso lato) Borges (che amo), la poesia sudamericana (Garcia Lorca, Jimenez, Neruda e Salinas), Hermann Hesse, Voltaire, i Pensieri morali di Confucio, Le notti bianche di Dostoevski e Il giovane Holden. E altro.

L’ultimo libro che ho comprato:
la trilogia di Oriana Fallaci. E meno male.

Libro che sto leggendo ora:
Regime di Gomez e Travaglio. Fazioso.

Tre libri che consiglio. E perché:

  1. Lila di Robert M. Pirsig. Perché propone una visione filosofica con ricadute pratiche del mondo. Spiega molte cose.
  2. La biblioteca di Babele (un racconto di Finzioni) di Jorge Luis Borges. Perché ha la forza dell’immaginazione dell’infinito.
  3. Soffocare di Chuck Palahniuk. Perché Palahniuk è matto, ma scrive da dio.

Perdonatemi se stavolta non passo il testimone.

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Telecom Italia furbeggia nel VoIP

Paolo spiega qui come Telecom Italia stia agendo da monopolista con i competitor (che sono di fatto obbligati ad acquistare connettività all’ingrosso) anche nel VoIP.

A seguire il comunicato congiunto dei provider, quasi ignorato.

Aiip e Assoprovider sollevano una voce unanime nei confronti dell’ennesimo abuso di Telecom Italia, che risponde con l’aumento del canone alla minaccia del libero mercato e in particolare alla tecnologia più temibile per il suo business, quella della VoIP.

Telecom Italia ha comunicato agli operatori l’intenzione di applicare alle linee utilizzate per la VoIP (le Adsl sulle quali non è attivo un contratto di telefonia fissa) un canone mensile aggiuntivo da 10,73 fino a 20,34 euro più IVA, anche per quelle già in essere.
Se l’Authority dovesse accettare questa richiesta, non solo la telefonia via internet – la temuta VoIP – ma il mercato in generale subirebbe un durissimo colpo.

Il margine operativo (mol) di Telecom Italia è, in termini percentuali, del 20% più alto di quello di France Telecom. Ora in presenza di un’innovazione tecnologica in grado di assicurare notevoli risparmi per la clientela, Telecom Italia aumenta i canoni relativi alla struttura che detiene in monopolio, per difendere la propria marginalità.

Telecom Italia persiste inoltre nel non mantenere gli impegni presi a favore della concorrenza, assunti nel tentativo di attenuare le sanzioni durante l’istruttoria del procedimento Antitrust per abuso di posizione dominante, che ha portato ad una multa di 152 milioni di euro poi annullata dal TAR. L’intervento sui costi del canone delle linee rappresenta così un duplice ulteriore danno: per gli operatori di questo mercato costretti ad applicare improvvisi cambiamenti nei listini, di solito poco graditi agli utenti, e soprattutto per gli utenti stessi che faranno i conti con il rialzo dei canoni per un servizio come l’Adsl, che ha già i costi più alti d’Europa, come recentemente confermato da uno studio di Altroconsumo.

«È l’ennesimo ostacolo allo sviluppo nel paese di operatori innovativi come Vonage e Packet8, che negli USA hanno portato tanti risparmi alle piccole e medie imprese ed ai privati» – afferma Stefano Quintarelli, presidente dell’Aiip – Associazione Italiana Internet Provider – «L’indifferenza che Telecom Italia ostenta nei confronti delle regole e degli impegni che aveva assunto è inammissibile. Basti ricordare che ancora a metà giugno, non esiste l’offerta bitstream cost plus che Telecom Italia si era impegnata a presentare sul mercato, entro la fine del 2004 e se si aggiunge a tutto questo il nuovo incremento dei canoni delle linee, si può affermare che l’unico passo sia stato mosso nella direzione opposta. Tutt’altro che quel “ravvedimento operoso” che il TAR aveva riscontrato negli ultimi impegni verbali di Telecom».

Matteo Fici, presidente di Assoprovider, l’Associazione Provider Indipendenti, ricorda che «la rete in rame per le telecomunicazioni è un “monopolio naturale” e come tale qualsiasi economista può confermare quale inutile spreco di preziose risorse per il nostro paese costituirebbe pretenderne una duplicazione. Avrebbe senso replicare la rete ferroviaria, piuttosto che quella di distribuzione dell’energia o quella idrica o quella del gas? È ora che Telecom cessi di utilizzare strumentalmente una pretesa mancanza di investimenti degli altri operatori in questi settori (Local Loop in rame) e si preoccupi anche degli interessi del paese. Se Telecom avesse dimostrato un atteggiamento meno strumentalmente ostile sia all’utilizzo di tale risorsa che alla liberalizzazione nell’utilizzo di altri media quali Local Loop e complessivamente più cooperativo oggi forse avremmo un sistema infrastrutturale con una naturale ripartizione degli investimenti sia per area geografica che per media trasmissivo e con una pluralitò di soggetti investitori.
Le PMI non necessitano di aiuti di stato ma di un’autorità che vigili concretamente affinché sia rispettata la libera concorrenza ostacolando in modo deciso la formazione di mercati protetti e garantendo per tutti gli stessi diritti nella competizione.

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Fidanzati

Cesare Cremonini canta in Marmellata #25:

«Un ragazzo in cortile abbraccia e bacia la sua fidanzata / Proprio lì dove ti ho incontrata».

Io a queste piccole cose ci faccio attenzione: Cremonini dice “fidanzata”. Negli ultimi mesi l’ho sentito ripetere tante volte al momento delle presentazioni: «Il mio fidanzato / La mia fidanzata».

Sto pensando che «Il mio ragazzo / La mia ragazza» sta lasciando il passo a «Il mio fidanzato / La mia fidanzata». Almeno dove vivo io. O no?

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Totti si sposa

La coppia ha scelto come prima lettura il passo dal libro secondo della Genesi, versetti 18 e 24, in cui si parla della creazione della donna e un brano dalla prima letterina di San Giovanni apostolo, mentre la lettura del nuovo testamento è tratta dal vangelo di San Matteo.

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Jack is back

Nell’anno in cui i Duran Duran sono tornati con la formazione che li portò al successo, mentre a Milano fanno le reunion dei paninari, anche nei dancefloor tornano i suoni degli anni ’80.

Ho già parlato di Jack u di Felix Da Housecat e P. Diddy. Mi sconcerta un po’ l’idea che il ragazzino di oggi che balla la “aus” non possa riconoscere il campione di Jack your body perché non ha mai ascoltato l’originale e non sa nulla della old school di Chicago né di Steve “Silk” Hurley. Ecco. Steve è Jack. Il Jack di cui parla il disco di cui parlo, ma anche Jack is back di Marc Romboy, che usa anche un campione bellissimo di Big fun (Inner City).

È stupendo risentire quei suoni insieme ai suoni del XXI secolo! Mi sanno di dj culture e di rivoluzione culturale, una rivoluzione della musica e delle culture giovanili che io ho vissuto.

Benny Benassi scrive sul suo sito a proposito di Jack is back:

«Con tutti i dischi che escono sono un po’ smarrito e non so se questo disco sia l’ultimo su questa etichetta….ad ogni modo, questa è una bomba, un vero mix dei suoni moderni e del suono del 1988-89, anni che furono grandiosi per me…».

Anche per noi, Benny, anche per noi.

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Non sei tu, sono io

Finisce una relazione. «Non sei tu, sono io…». Tipico. E un po’ vigliacco. Nikita ci riflette e tira fuori un po’ di motivazioni originali. Almeno ci si ride su. :)

Dexter: «La mia nave madre è tornata a prendermi. Non fare caso al mio doppio androide quando lo vedi».

Candy: «Mi dispiace, ma mi piacciono le ragazze. Volevo vedere se mi piacevano i ragazzi o no e non mi piacciono».

Lore: «Che cosa? Pensavi che fosse una relazione? Oh, mi dispiace…volevo solamente sesso».

Metao: «Ti amo più di qualunque altra cosa, ma sei più come una sorella che una ragazza».

Metao (devastante): «Mi sono scopato tua mamma».

Nikita: «Devo confessarti una cosa. In realtà ho 14 anni, beh…13 e mezzo, ma sembro molto più grande della mia età».

Nikita: «Non possiamo più vederci. Il tuo codice non è valido».

Tom: «È stato grandioso, ma mia moglie comincia a sospettare qualcosa».

Youkie: «Veramente sono gay. Ti ho usata solamente come copertura».

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Fuori dall’euro?

È giugno e in Europa c’è il ciclone. Il ciclone sarebbe l’effetto dei referendum che in Francia e in Olanda hanno bocciato le ratifiche della costituzione europea.

Mentre si cerca il “barbatrucco” per far entrare dalla finestra una ratifica che i cittadini hanno gettato dalla porta, il dibattito si scalda. Il problema non sembra tanto la costituzione quanto questo modello di Europa burocratica, dirigista, delle lobby piuttosto che dei popoli, ansiosa di nascondere le radici all’insegna di un multiculturalismo fin troppo sbilanciato.

Maroni parla timidamente della possibilità di tornare alla lira. Stracciamento di vesti. Eppure anche Hans Eichel, il ministro delle finanze tedesco, ha presenziato a un meeting sul fallimento della moneta unica e il 56% dei tedeschi tornerebbe al granitico marco. Come la pensano gli italiani?

Più che dare la colpa all’euro forse sarebbe stato il caso di monitorare seriamente l’andamento dei prezzi. Però credo che sia davvero illiberale scandalizzarsi se si pensa ad abbandonare l’euro. Ieri ho letto addirittura una dichiarazione di un membro dell’establishment europeo che con arroganza faceva notare che l’euro è «per sempre» e che gli stati non hanno il potere di tornare indietro.

Io una riflessione la faccio: la strategia di Lisbona del 2000 mira a rendere l’Europa «l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale». Non mi sembra che ciò stia accadendo. Uno dei pilastri della strategia di Lisbona è la politica macroeconomica. L’euro ne è il fulcro.

La strategia di Lisbona non dà frutti? Va messa in discussione. L’euro costituisce forse addirittura il fulcro di questa strategia? Può essere messo in discussione. Cuore in pace.

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