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Un grosso motore di aeroplano

Cammino per i corridoi dell’edificio 15. Il rumore dell’aria fredda che filtra dalle bocchette si somma e genera un unico suono un po’ sordo che mi ricorda quello che si sente in aereo. Penso che questo palazzo che qualcuno definisce come un foglio nel vento stagliato nella linea del cielo di viale delle Scienze da un momento all’altro potrebbe decollare. Portato dal vento e dal motore invisibile ma rumoroso che sto immaginando.

Il rumore delle infradito delle studentesse turba la quiete e mi infastidisce. Qualcuno spieghi loro che le infradito sono da spiaggia e che questa è l’Università.

Guardo il cielo e mi chiedo dove si siano nascoste le nuvole. I palazzi sembrano grosse scatole di cartone contro uno sfondo carta da zucchero.

Dello zucchero vorrei la dolcezza sulle papille della punta della lingua, mentre la noia di questo pomeriggio insipido mi spinge verso lo schienale.