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La comunicazione, Berlusconi e Prodi

Provo a dire qualcosa sulla comunicazione durante il primo confronto tra Berlusconi e Prodi.

Per quanto riguarda la parte strettamente verbale (linguaggio) mi sembra che Berlusconi abbia mostrato una maggiore dimestichezza con il mezzo televisivo e anche con l’italiano, con qualche “perla” linguistica come l’uso di «intelligente» in senso etimologico (“che legge dentro”), oltre che concretezza nelle parole scelte (in alcuni passaggi utilizza predicati visivi utili) e utilizzo di parole ad effetto («spudoratezza», «mi stropiccio gli occhi e le orecchie» ecc.). Prodi è spesso vago, confusionario e ricorre a una hot word abusatissima (“serio/seria”) in contesti in cui risulta astratta.

Andiamo al paraverbale (volume, tono, velocità, accento, registro, affettazione). Prodi parte mascherando i suoi abituali tono e volume basso e il ritmo lento soporifero tipico dei cinestesici; a volte esita. Da un certo punto si rilassa e si offusca per poi riprendersi, anche stuzzicato dai punzecchiamenti di Berlusconi sui suoi presunti «danti causa». Berlusconi risulta più gradevole e meno noioso da ascoltare.

Riguardo al non verbale (body language ecc.) gli abiti sono classici e la prossemica (gestione delle distanze) viene molto penalizzata dalla posizione in studio. Berlusconi in almeno un caso sposta molto le mani da sé, un gesto che tende a distrarre il telespettatore, e Prodi si muove troppo con lo stesso risultato. Gravi pecche per Berlusconi che tradiscono una certa tensione: già durante la sigla iniziale tamburella con la penna, inizia almeno i primi tre interventi con un “raschiamento” (si schiarisce la voce) e in un passaggio critico (credo sul conflitto d’interessi) si tocca il naso (gesto associato a grande tensione). Prodi utilizza alcuni microsegnali per rafforzare il discorso e sorride troppo e in maniera innaturale; Berlusconi sorride troppo poco all’inizio e poi si rilassa. Da notare quella che è una scelta quasi sicuramente dettata dallo staff di comunicazione di Berlusconi, cioè quella di scrivere e prendere appunti continuamente, spesso disegnando delle figure geometriche e racchiudendo in cerchi le parole precedentemente segnate, come per trasmettere compiutezza e congruenza con parole che vogliono chiarire, mettere nero su bianco i risultati raggiunti dal governo.

Complessivamente mi sembra che si possa parlare di un pari, più per un Berlusconi in forma peggiore del solito che per un Prodi medio come sempre.