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“La parte abitata della Rete”

Qualche settimana fa sono riuscito a finire quella gemma di divulgazione che è La parte abitata della Rete di Sergio Maistrello.

Sergio, che è un amico, un bravo giornalista e una persona estremamente garbata, è riuscito nel difficile compito di realizzare un libro di facile comprensione ma né privo degli imprescindibili riferimenti teorici né di spunti per approfondire e chicche per chi non è un newbie. Si tratta di un libro per tutti, in cui ciascuno può trovare suggestioni interessanti. Da leggere.

Alcuni passaggi che mi hanno fatto riflettere e che appunto qui:

  • la Rete, «sistema operativo universale della comunicazione», è destinata a “scomparire”, a diventare scontata come già l’elettricità o l’acqua corrente;
  • Barabási, tra i massimi studiosi della scienza delle reti, ha ipotizzato 19 gradi medi di separazione tra due nodi a caso del www e bisognerebbe tenere conto del fatto che forse i sei gradi canonici potrebbero non bastare quando si approccia la Rete con finalità di studio, specie prima di fare affermazioni superficiali (non è, ovviamente, il caso del libro);
  • i nodi, singolarmente, non sono indispensabili per il funzionamento della Rete, aggiungerei neanche le persone, singolarmente, persino se credono di essere nodi oppure se lo sono davvero;
  • le implicazioni di spazio e di tempo hanno un’incidenza maggiore fuori da Internet;
  • la parte abitata della Rete avrebbe un’ossatura composta da quattro macrosistemi (blog, podcast, wiki e social network);
  • l’apologia dei piccoli numeri la sottoscrivo, «la misurazione del successo secondo quantità è un’eredità del sistema di comunicazione tradizionale»;
  • bella la metafora di Gino Roncaglia del web come fila di rubinetti che gocciolano;
  • bridging, bonding, Macher, Schmoozer (Putnam giustamente citato);
  • «la condivisione della propria vita ha un valore collettivo ampiamente sottovalutato negli ultimi decenni».