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Barcelona

Ho trascorso buona parte della settimana prima della precedente a Barcellona (ho volato benissimo con Clickair, che vi consiglio) e c’è qualche pensierino da condividere.

Barcellona è una città che ha delle risposte per tutti, che coniuga l’anima mediterranea e la globalizzazione, a misura di turista, con la tradizione e la tecnologia. Il disagio che si prova a confrontarsi con le capitali europee se sei italiano è sempre forte. Barcellona vince anche in confronto a Roma (in relazione al funzionamento della città) e mi fa pensare che in Italia ci sia una carenza di olio di gomito sconfortante. Eppure non mi limito a lamentarmi: credo che bisogna darsi da fare e che la speranza di una vita e di un paese migliori non si debba MAI abbandonare.

Io sono stato da Yahoo! Research per lavoro e ho conosciuto Ricardo Baeza-Yates, un cileno molto gioviale e con delle belle idee. Per esempio sostiene che ci sia un social network implicito tra persone che cercano usando le stesse chiavi di ricerca. E che dal query mining sui singoli siti ci sia molto da imparare per l’ottimizzazione dei contenuti e delle etichette. Per il resto Hugo Zaragoza mi ha mostrato Correlator.

Yahoo! Research Barcelona

La città è uno spettacolare mix di cose, dal quartiere dell’innovazione 22@ con la tecnologia Torre Agbar, al Puerto Olimpico con i suoi localini dove abbiamo gustato una spettacolare sangria (Opium mar), a Las Ramblas con i paradossali venditori di animali (ma chi se li compra???), al mercato de La Boqueria con la merce esposta in piramidi attraenti, al fascinoso Barri Gòtic, ai capolavori del genio di Gaudí (mi ha colpito meno la Sagrada Família, più Casa Battló e Parc Güell) per finire con la Fuente mágica. C’è una cura maniacale dei particolari (coniugando senso estetico e praticità), dalle mattonelle dei marciapiedi con motivi floreali alla salita a Parc Güell lavorata per renderla meno scivolosa alle rotaie con l’erba dei tram all’Avinguda Diagonal che taglia in due la città permettendo un rapido attraversamento. E poi è tutto un cantiere popolato di gru che spuntano tra le case e i palazzi.

Io a Parc Güell

Mi ha colpito il “suono” di Barcelona, le parole “troncate” in catalano e poi sia la chitarra e gli archi pizzicati negli angolini dagli artisti di strada che la musica raffinata dei negozi e dei locali. Ma anche la vitalità che si respira ovunque e a tutte le ore.

Viene quasi da trovargli un difetto da italiano invidioso ed è così che mi sono accorto del fatto che la statua di Colombo che col dito punta verso il mare non indica il Nuovo Mondo, bensì l’est. Mentre le ragazze spagnole non c’è granché da invidiarle: senza offesa sono mediamente bruttine, con le loro frangette nette, gli stivaletti o le scarpe zeppate e quei lineamenti vagamente mascolini e poca eleganza. Eppure mi sentirei gaffosamente berlusconiano nel dire che in Italia almeno c’abbiamo le belle ragazze: basterà questa consolazione per la nostra decadenza?