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Nella Rete italiana i vecchi noti sono i nuovi noti

Nella Rete italiana faticano ad emergere voci nuove dal basso. In un contesto in cui la mobilità sociale è bassa anche la mobilità “comunicativa” (intesa come nuove chance di accesso al mainstream o a canali comunicativi con audience ampia da parte di soggetti che non ne avevano) di fatto lo è e si tende a premiare soggetti già noti.

Nella blogosfera avevamo già avuto esperienza del fenomeno con Beppe Grillo e vari giornalisti (Sofri, Gilioli, Facci…) con rare eccezioni come Luca Conti e Alessandro Bonino.

I social network stanno riproducendo le dinamiche per cui, in una curiosa trasposizione della legge di potenza per cui sulle reti «rich get richer» (ma qui mutuata da canali decisamente top down come il cartaceo, la tv e la radio), i vecchi noti sono i nuovi noti. Su twitter e friendfeed politici, cantanti e artisti e su facebook idem, con Vasco Rossi (dalla cui recente attività compulsiva nasce la riflessione) che ha milioni di Mi piace e gode di una quasi giornaliera amplificazione su la Repubblica.it.

Succede anche all’estero ma non nella misura in cui si nota in Italia. Da uno storico forte gatekeeping si è passati quindi in buona parte a un pubblico di follower e fan con pochi sporadici produttori di contenuto che assurgono agli onori della notorietà.

Triste, no?