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L’avventura dei siciliani durante il regno Savoia

Tony Siino ha indagato negli Archivi di Palermo e Torino.

Una colonizzazione al contrario, tra Palermo e Torino, sotto la dominazione Savoia, in cui l’indolenza siciliana scompare e diverse personalità dell’isola si mettono in gioco, spiccando tra quelle piemontesi. Una strana avventura che ha destato l’interesse di Tony Siino, laureato in Scienze politiche con 110 e lode, con la tesi “L’amministrazione del Regno di Sicilia sotto Vittorio Amedeo II di Savoia”, relatore Rossella Cancila, docente di Storia moderna. «La ricerca che ho svolto – afferma Siino – è stata effettuata principalmente presso l’Archivio di Stato di Palermo, con particolare attenzione all’attività del protonotaro del regno, della deputazione del regno e del viceré, e presso l’Archivio di Stato di Torino, sulle carte del fondo Sicilia. Mi sono soffermato sulle caratteristiche delle assemblee dei ceti, cercando una chiave di lettura per le dinamiche della rappresentanza tra bracci e poteri regi nel parlamento convocato da Vittorio Amedeo». «Soprattutto – aggiunge Siino – ho cercato di confutare la tesi maggioritaria che fino ad ora aveva considerato i piemontesi ingenerosi verso le personalità siciliane del tempo. Sono gli stessi documenti che ho analizzato che mettono in luce come non solo a Palermo ma anche a Torino i siciliani furono impegnati in prestigiosi incarichi e furono spesso i principali protagonisti di alcune riforme istituzionali importanti». Diversi, infatti, i siciliani impiegati in Piemonte in ruoli di particolare eccellenza. Si ricordano Francesco d’Aguirre, maestro del Tribunale del Real Patrimonio, nominato avvocato fiscale e censore dell’Università di Torino; Vincenzo Ugo, già presidente del Tribunale della Gran Corte e avvocato fiscale, l’architetto Filippo Juvara e il giovane Giuseppe Osorio, barone di San Lorenzo, paggio d’onore del sovrano durante la sua residenza in Sicilia, destinato a importanti incarichi che lo avrebbero fatto apprezzare in tutta Europa. L’avventura siciliana dei piemontesi si concluderà con lo sbarco spagnolo del 1718 e con la conseguente fuga del viceré da Palermo.

(Adriana Falsone, Repubblica – edizione di Palermo del 24/11/2004)

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Goldrake

Nei pomeriggi della fine degli anni ’70 e dei primi anni ’80 chiedevo a mia mamma di prepararmi pane e nutella. In tv c’era Mazinga, c’era Goldrake. Non mi spiego perché ripensando a quegli anni mi prende la malinconia. È una sensazione intensa quanto inspiegabile.

Qualche giorno fa ero in radio e Lino (il programmatore musicale) stava ascoltando una canzone. Voce, chitarra e archi, ma quelle parole… Quella canzone è il rifacimento unplugged di una delle sigle di coda di Goldrake e mi ha dato un’emozione forte. Credo che soltanto gli “about 30” mi staranno capendo adesso.

Alessio Caraturo ha 28 anni, è di San Sebastiano al Vesuvio (NA) e ha aperto alcuni concerti della Bandabardò. Il cd single di Goldrake esce su Carosello Records e comprende anche la versione strumentale e un inedito (Un pensiero senza fine). Il video andrà in rotazione a giorni su Video Italia e MTV.

«Va’, distruggi il male va’».

Alessio Caraturo - Goldrake

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The Manchurian weekend

Venerdì studio in biblioteca, tema di dottorato, birra aromatizzata alla ciliegia al Mikalsa con Was ist das?, Meritene, Porcospino ecc.

Sabato festa “malatissima” da Leonardo. Leonardo non lo sappiamo chi è, però siamo finiti imbucati in questo appartamento del centro di Palermo dove si ballava in un salone al buio musica pop/rock malassortita, si beveva mojito con limone da una mezza gamba di manichino adibita a contenitore pronto per versare il contenuto “ugolurticante” nella bocca dei (mal)capitati e c’era Claudia «domani non mi ricorderò più niente» che mi ha relegato a un angolino del balcone. Ma c’era anche un’affabulata al tempo stesso affabulatrice, la spensieratezza, il meritato riposo. Grazie Leonardo!

Domenica ho visto The Manchurian Candidate, con i premi oscar Denzel Washington e Meryl Streep. Ecco, quando mi parlano di un film che forse racconta qualcosa di quello che non sappiamo sulla verità delle elezioni presidenziali è più verosimile questo che Fahrenheit 9/11… E dopo focaccia “Tony Tony” a I tre porcellini.

Ah! Il tema del dottorato è andato bene.

“The Manchurian Candidate”

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Enamorame!

In questi giorni ho ascoltato online NRJ, una radio francese molto carina che conosco da qualche anno.

Aprite bene le orecchie perché vi sto per dire il nome del pezzo che sarà un tormentone tra qualche settimana: Enamorame di Papi Sanchez. Viene da Santo Domingo, presenta analogie con Papi chulo e non capisco come mai non sia ancora esploso in Italia dove l’odiosa latino americana furoreggia da (troppi) anni.

Altri pezzi in heavy rotation su NRJ sono Slaï – Flamme, Digital – Monte le son e Nadiya – Si loin de vous. Bonne écoute!

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Weekend nella Capitale

Da giovedì a sabato sono stato a Roma. A parte i voli autunnali (a volte un po’ ansiogeni) farciti da turbolenze, passaggi per i “broken” (zone con copertura nuvolosa a tratti più sicure da attraversare in aereo) e atterraggio oscillante a Punta Raisi sulla pista 20 (detta “dello Scirocco”), il weekend è andato bene.

I colori della moda delle ragazze di questo autunno/inverno sembrano virare al rosa (da tonalità rosa antico a pastello o addirittura shocking) e al blu petrolio (un po’ meno). Le ragazze di Roma sembrano più curate e carine rispetto a molte siciliane. E più bionde.

Non so che cosa è potuto succedere, ma gli spagnoli (turisti) hanno invaso Roma.

Ho incrociato alcuni “vip” e lo annoto indifferente. Sull’aereo c’erano Gianfranco Micciché (meno sudato del solito) e il sindaco di Palermo. Alla galleria Sordi ho visto Claudio Amendola che girava presumibilmente lo spot di Natale di 3 con una bionda platinata, uno sciame di truccatori attorno e un regista legato a reminiscenze felliniane che urlava «Motore! Movimento! Azione! Stop!». Ma c’erano anche Renzo Arbore (con una bella ragazza e altri) che prendeva il caffè e Solange.

Dieci euro per visitare il Colosseo mi sembrano troppi. Ma Roma mi affascina sempre e non mi stanca.

Il Coin di San Giovanni è un punto d’incontro per i ragazzi che escono. Io non lo sapevo. Ho mangiato una pizza buonissima alla Green house, da quelle parti.

Mentre passeggiavo mi è anche capitata una cosa carina. Ho avuto una allucinazione sonora e mi sono sentito chiamare da una voce dolce e decisa al tempo stesso, mai sentita prima. Quel «To-ny» scandito in quel modo mi ha messo una strana sensazione di appagamento addosso. L’ho sognato, ma mi piace pensare che un giorno quella voce sarà reale.

Senza stimoli è come se morissi.

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17 ragioni per tagliarvi i polsi…se siete Michael Moore

Ovviamente, non pensandola come Michael Moore nel suo articolo, dico la mia. Se c’è una ragione per non tagliarsi i polsi, questa è la “sconfitta” del regista di Fahrenheit 9/11. Non perché Bush sia un santo, ma perché non lo è stato neanche Moore che ha riempito il film di almeno 59 ambiguità, furbate ed “errori” presumibilmente deliberati in un’ottica in cui si poteva vincere con pochi voti, come vinse Bush nel 2000. Ammesso che Bush sia un mistificatore lo è anche Moore.

Eppure forse le ragioni per tagliarseli (i polsi) ci sono e provo a vederle ragionando sui punti di Moore.

  1. Rudolph Giuliani, che probabilmente sarà il prossimo candidato repubblicano, è una figura carismatica e potrebbe essere un osso molto duro. Hillary Clinton è certamente migliore di John Kerry, ma viene considerata troppo snob per essere votata da alcune fasce dell’elettorato democratico.
  2. Presenta una visione parziale e auto-indulgente dei dati.
  3. «i tuoi genitori sbagliano sempre e non dovresti stare ad ascoltarli».
    Affermazione pesantissima, diseducativa (per sua figlia Natalie, innanzitutto), deplorevole. Credo anche da parte dei genitori democratici.
  4. Mancano le fonti dei sondaggi sul presidente e sulla guerra, come spesso avviene nei lavori di Moore. Ragionando secondo logica, potrebbero far parte di batterie di domande da cui sono stati tratti anche gli exit poll. E gli exit poll erano sbagliati; quindi, sempre seguendo la logica, Moore potrebbe non argomentare su dati veri.
    Trovo bizzarro e (forse) offensivo il fatto che Moore accomuni tra le cose incomprensibili dell’America Pop Tarts ed elettori.
  5. Il fatto che Moore dubiti delle capacità dei democratici di «fare il loro lavoro» proietta pesanti ombre sull’appoggio (fino a prima delle elezioni incondizionato) di Moore alla causa democratica.
  6. Presenta una visione parziale e auto-indulgente dei dati. Quanto alle Hawaii c’è ben poco da gioire, poiché da sempre le Hawaii hanno votato in massa per i candidati democratici, Linda Lingle (repubblica) è stata eletta governatore dopo 40 anni di governatori democratici e la percentuale dei votanti di Bush (44%) è tra le più alte di tutti i tempi per un candidato repubblicano. Il trend non sembra, quindi, positivo.
    «Possiamo disidratarli o seppellirli nella lava».
    Frase di cattivo gusto e che allude alla “distruzione” fisica dell’avversario. Suona sinistra in un contesto di elezioni democratiche.
  7. La “noce velenosa” per i democratici è forse proprio Michael Moore. Nel 2000 sostenne il candidato Nader, da più parti indicato come detrattore di voti ad Al Gore. Fahrenheit è forse stato “nocivo” (e torna la metafora della noce) a John Kerry nel 2004.
  8. Trovo l’osservazione sul declino dei bianchi in America vagamente discriminatoria.
  9. Taccagno.
  10. Vedasi il punto 8.
  11. L’ex rettore dell’University of South Florida (USF) [Betty Castor, che è stata particolarmente “tenera” con Sami al-Arian, immigrante palestinese che insegnava ingegneria accusato nel 1994 di essere stato a capo del maggiore gruppo di supporto presente negli Stati Uniti del Jihad islamico, una celebre organizzazione terroristica; n.d.a.] è stato battuto nella corsa per il Senato in Florida. Beviamoci su!
  12. Vecchio maniaco.
  13. Magra consolazione.
  14. Da come stanno andando le cose sembra che Bush nel weekend si dia da fare a Falluja, non a Kennebunkport [località del Maine in cui si trova la casa al mare di George W. Bush; n.d.a.].
    Concordo, invece, con Moore sui calci nel posteriore da lui ricevuti.
  15. Ho letto su un giornale che l’Ulivo crede alla costruzione dell'”eredità” e si sta già portando avanti: chiedono fin d’ora il ritiro dall’Iran…
  16. Da quella linea delle tre yard la squadra avversaria rifà meta. Meglio prendere le palle per terra (…) e tornare a casa (piangendo).
  17. Ma i media americani non erano quasi tutti contro Bush? Non parlano forse di 100.000 morti [stima della rivista “The lancet”; n.d.a.] (cifra impossibile) in Iraq?

L’America ha bisogno di un presidente, checché ne dica Mort. E questo presidente, a detta degli elettori e con buona pace di Michael Moore, si chiama George W. Bush.

Immagine di Michael Moore ottenuta componendo le immagini della campagna elettorale di George W. Bush

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17 ragioni per non tagliarvi i polsi…di Michael Moore

Cari Amici,

Ok, è uno schifo. Veramente uno schifo. Ma prima di andare e incassare tutto, con le parole dei Monty Pithon, «guardare sempre al lato brillante della vita!».C’È qualche buona notizia che giunge dalle elezioni di martedì.

Ecco diciassette ragioni per non tagliarvi i polsi:

  1. È contraria alle legge una ricandidatura di Bush alle presidenziali.
  2. La vittoria di Bush è stata LA PIÙ RISICATA per un presidente in carica da quella di Woodrow Wilson nel 1916.
  3. L’unica fascia d’età all’interno della quale la maggioranza ha votato per Kerry è stata quella dei giovani adulti (Kerry: 54%, Bush: 44%), provando ancora una volta che i tuoi genitori sbagliano sempre e non dovresti stare ad ascoltarli.
  4. Nonostante la vittoria di Bush, la maggioranza degli Americani pensa ancora che la nazione sia condotta nella direzione sbagliata (56%), che non valeva la pena di combattere la guerra (51%) e non approva il lavoro che George W. Bush sta svolgendo. (Nota per gli stranieri: non cercate di capire tutto ciò. È una roba americana, come le Pop Tarts).
  5. I Repubblicani non avranno una maggioranza a prova di bomba al Senato. Se i Democratici fanno il loro lavoro, Bush non potrà riempire la Corte Suprema con le sue ideologie di destra. Ho detto «se i Democratici faranno il loro lavoro?». Um, forse questa è meglio cancellarla.
  6. Il Michigan ha votato per Kerry! Così come l’intero Nord-est, dove è nata la nostra democrazia. Così hanno fatto sei degli otto stati dei Grandi Laghi. E l’intera Costa occidentale! Più le Hawaii. Ok, è un punto di partenza. Abbiamo buona parte dell’acqua fresca, tutta Broadway e il Monte Sant’Helens. Possiamo disidratarli o seppellirli nella lava. E niente più musichette per gli spettacoli!
  7. Ancora una volta ci è stato ricordato che la castagna d’India [frutto tipico dell’Ohio; n.d.t.] è una noce e non soltanto una vecchia noce; è una noce velenosa. Una grande nazione è stata abbattuta da una noce velenosa. Possa lo stato dell’Ohio pagarlo a caro prezzo quando sabato affronterà il Michigan.
  8. L’88% del voto di Bush è giunto dagli elettori bianchi. Entro 50 anni l’America non avrà più una maggioranza bianca. Hey, 50 anni non sono poi così tanti! Se avete dieci anni e state leggendo, i vostri anni d’oro saranno veramente d’oro e sarete ben accuditi nella vecchiaia.
  9. I gay, grazie alle leggi approvate martedì, non potranno sposarsi in undici nuovi stati. Grazie a Dio. Pensate a tutti i regali che non dovremo più comprare.
  10. Cinque afroamericani in più sono stati eletti al Congresso, incluso il ritorno di Cynthia McKinney della Georgia. È sempre bene avere più neri lì a combattere per noi e a fare il lavoro che i nostri candidati non possono fare.
  11. L’amministratore delegato della Corrs [Peter Corrs; n.d.t.] è stato battuto nella corsa per il Senato in Colorado. Beviamoci su!
  12. Ammettiamolo: ci piacciono le gemelle Bush e non vogliamo che se ne vadano.
  13. A livello di legislazione statale, i Democratici hanno guadagnato almeno tre camere nelle elezioni di martedì. Su 98 camere legislative, dopo le elezioni del 2004, i Democratici ne controllavano 44, i Repubblicani 53 e 1 camera era in parità. Dopo martedì, i Democratici controllano 47 camere, i Repubblicani 49, una camera è in parità e una (Montana) è ancora da assegnare.
  14. Bush è adesso un presidente finito. Non avrà momenti migliori di quello che sta passando questa settimana. È tutta curva discendente per lui da ora in avanti e, cosa più importante, non avrà voglia di fare tutto il duro lavoro che ci si aspetta da lui. Sarà come tutti all’ultimo mese del corso di laurea…oramai è fatta, allora festa! Forse gestirà i prossimi quattro anni come un venerdì senza fine, passando anche un tempo maggiore al ranch o a Kennebunkport [località del Maine in cui si trova la casa al mare di George W. Bush; n.d.t.] Perché non dovrebbe? Ha già imposto il proprio punto di vista, vendicato suo padre e preso tutti noi a calci nel culo.
  15. Bush potrebbe decidere di venire al lavoro e portare questo paese per una strada davvero buia; è anche probabile che si verifichi uno dei seguenti scenari: a) Adesso che non ha più bisogno di arruffianarsi i Cristiani conservatori ancora una volta per essere eletto, qualcuno potrebbe sussurrargli nell’orecchio che potrebbe impiegare questi ultimi quattro anni costruendo “una eredità” così che la storia possa dare su di lui un verdetto meno duro e perciò non presserà per una politica di destra troppo aggressiva; oppure b) Diventerà così presuntuoso e arrogante – e perciò incauto – da combinare un disastro di proporzioni così enormi che il suo stesso partito dovrà rimuoverlo dall’incarico.
  16. Ci sono circa 300 milioni di americani, 200 milioni dei quali in età da voto. Abbiamo perso per soli tre milioni e mezzo! Questa non è una valanga; vuol dire che ci siamo quasi. Pensate a una sconfitta da 20 milioni. Se aveste 58 yard da percorrere prima di raggiungere la linea di meta e ne aveste già percorse 55, vi fermereste sulla linea delle tre yard, prendereste la palla e ve ne andreste a casa piangendo, specialmente quando la prossima azione inizierà sulla linea delle tre yard? Certo che no! Risollevatevi! Abbiate speranza! Altre analogie con lo sport arrivano tra pochi istanti!!!
  17. Infine, e cosa più importante, oltre 55 milioni di americani hanno votato per il candidato soprannominato “Il Liberale n.1 al Senato”. È più del numero di elettori che hanno votato per Reagan, Bush I, Clinton o Gore. Inoltre, per Kerry ha votato più gente che per Reagan. Se i media sono in cerca di una tendenza, dovrebbe essere questa: che così tanti americani hanno deciso, per la prima volta dai tempi di Kennedy, di votare un liberale puro. Il paese è sempre stato pieno di evangelici, questa non è una novità. Ciò che invece È una novità è che così tanta gente abbia sostenuto un liberale del Massachusetts. In effetti, è una GRANDE novità. Sarebbe a dire non aspettatevi che i media di maggiore ascolto, quelli che vi hanno propinato la Guerra in Iraq, vi dicano mai la verità sul 2 novembre 2004. In effetti è meglio che non lo facciano. Ci servirà l’elemento sorpresa nel 2008.

Vi sentite meglio? Lo spero. Come mi ha scritto ieri il mio amico Mort: «Il mio nonno rumeno mi diceva sempre, “Ricordati, Mort, questo è un paese meraviglioso. Non avrebbe neppure bisogno di un presidente!”».

Però ha bisogno di noi. Riposatevi, vi scriverò ancora domani.

Vostro,

Michael Moore.

(Traduzione da www.michaelmoore.com).

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Mafe ridammi i soldi! :P

In questo fine settimana, in ordine incerto, sono stato al vernissage di una mostra, all’aperitivo “radical-chic da 2%” da Picone con Cicciosax, da Peppi’s pizza (ma la pizza non mi è sembrata buona come al solito), dentro la macchina sotto la pioggia nel giorno di -10°C, al cinema (suggestionato da Mafe) a vedere The village (Mafe ridammi i soldi!). Ho incontrato Letizia (rievocatrice), Fabrizietto, Cristian & Delia e Giada. Non ho incontrato per caso Stefania (batgirls).

Domani vado a Milano da Microsoft e nel fine settimana a Roma al congresso dell’Ais.

E voi che fate?

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Sabato al Placita

Questo sabato sono finito al Placita, nel cuore del centro storico vicino al Blow up. Ogni volta che vado in questa zona di aspetto “sinistroide” mi sento un po’ a disagio.

Eppure l’essere di sinistra della gente davanti al Placita è da analizzare. Nel senso che: si parla male di Silvio da Arcore e si accenna a improbabili tentativi di destituzione, tutti da programmare e con scarsa motivazione. Questa gente (e molta la conosco perché eravamo a scuola assieme) è di sinistra soltanto per moda, infatti.

Il loro “ideale” non conta granché, perché quando stai a parlare e a bere in una piazza del centro di Palermo fino a tarda notte il giorno dopo non sempre ti alzi in tempo e/o ti ricordi di votare e perché se anche ci vanno (a votare) e il papà si accorge che il figlio del papà vuole votare per Bertinotti che gli mette la patrimoniale gli sequestra le chiavi della Smart.

Al “picciriddu” suo di trent’anni…

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“Proiezioni trasposte…”

Sono stato all’inaugurazione della mostra fotografica della mia collega Benedetta alla libreria Idiomi (via Mario Rapisardi 12/e, Palermo). È stata una bella occasione per rivedere anche Cristina, che ha una galleria d’arte, e Antonella, che fa la giornalista. A volte mi dimentico nella frenesia di tutti i giorni di conoscere persone che hanno davvero dentro di sé qualcosa di bello, una passione, e sorridono sempre o quasi. Dovrei passare più tempo con loro.

La mostra (Proiezioni trasposte… – Riflessi e graffiti dal Nord Europa) è varia, con architetture, graffiti, volti, pezzi di natura. Mi è piaciuta.

Io mi autoironizzo quasi sempre quando entro a contatto con l’arte, perché credo di non capirne granché. E da profano, quindi, che vi dico che alla mostra ci sono delle foto che rappresentano cose tipo un gatto nel forno a microonde, la sosia di Vanessa Gravina che beve champagne e ha il viso segato in tre come nei numeri degli illusionisti e Berlusconi che imita Pinocchio e ci riesce pure male. :P

…E siccome siamo anche abbastanza esauriti, con Cristina abbiamo vaneggiato sul fatto che “Di là dal faro” sarebbe un bel nome per un’autocarrozzeria. Ma lei precisa che sarebbe un carrozziere gotico (riferendosi alla distinzione tra “citra farum” e “ultra farum” nel Regno delle due Sicilie). Ma questa mi sa che l’abbiamo capita soltanto noi… :D

“Proiezioni trasposte... - Riflessi e graffiti dal Nord Europa”

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