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Pacificatori, non pacifisti ad ogni costo

A Giovani e RIbelli, la festa nazionale di Azione Giovani a Roma, Gianfranco Fini ha fatto una serie di dichiarazioni che condivido:

«Il terrorismo è la peste del ventunesimo secolo. […] Vi invito ad una mobilitazione per la pace contro il pacifismo, che è una caricatura della pace. Ponzio Pilato fu il primo pacifista della storia. Quello che se ne lavò le mani. […] La pace non si conquista sventolando bandierine, ma portando avanti una politica autenticamente pacificatrice. L’alternativa al terrorismo è questa, non è il pacifismo. Ha fatto bene Casini a dire che il terrorismo in Iraq non è resistenza. Diciamo no a politiche giustificazioniste. […] Il mio augurio è che non ci sia mai più chi distingue ostaggio da ostaggio. […] I terroristi non distinguono buoni o cattivi, vogliono solo annullare gli esseri umani».

Mi è tornata in mente una frase di un cardinale letta qualche giorno fa su Limes a proposito della necessità di essere pacificatori, attivi nella costruzione della pace, piuttosto che passivamente pacifisti ad ogni costo. Anche quando il pacifismo è “pacifinto” e non individua alcuna soluzione.

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Deeario “pro” Cristina Gavello

Riassumo i termini della questione per coloro i quali erano presi dall’altro “drammone” del momento nella blogosfera (ovvero la dipartita che-lascia-molti-dubbi di Kiki):

  • Monia si è laureata con una tesi sul net-work writing in cui c’è un capitolo sui blog;
  • Cristina Gavello, con la consulenza di Vittorio Pasteris, ha scritto un noto e-book intitolato Weblog: professione e passione nello scrivere in rete per NetManager;
  • Monia ha scoperto che Cristina ha “scopiazzato” parecchie parti della sua tesi che ora è spalmata malamente sull’e-book in questione…e si è (giustamente) inca**ata;
  • Vittorio ha chiarito che Cristina ha trasfuso il contenuto della propria tesi, di cui lui era correlatore, nell’e-book;
  • la “notizia” è stata ripresa dai blogger della blogosfera che prima gentilmente, poi moderatamente, poi morbosamente, poi sadicamente, hanno bisbigliato, mormorato, detto, raccontato, sparlato, spettegolato, urlato, fantasticato di perseguimento penale che Cristina Gavello è una copiona.

Riflessioni:

  • Monia secondo me è stata impeccabile e ha dimostrato gran classe e savoir faire;
  • Cristina è stata ingenua e pagherà perdendo la fiducia di Vittorio, del suo relatore e dei mille che hanno scaricato l’e-book;
  • chi ha dato della copiona a Cristina è forse un falso moralista poiché…

CHI NON HA MAI COPIATO?

Non sto facendo del “malcomunmezzogaudismo”, ma francamente alla maturità ci siamo andati tutti con le cartucciere con i temi! E i test della patente? E le ricerche, le relazioni, gli articoli? Ok, forse per la tesi è più grave, ma chi può giudicare Cristina? Noi “furbi” che forse quando copiamo rimaneggiamo, incrociamo, traduciamo dall’inglese, non lasciamo più di tre parole di seguito del testo originale?

Cristina Gavello non è una copiona. Non molto più della media di noi, almeno. Ha sbagliato e ha sottovalutato la Rete. Ma questa gogna elettronica non mi piace.

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Un paio di webzine

Volevo segnalare qualcosina scovata in giro.Si comincia con una «webzine (o blog, se preferisci) dedicata a tutto ciò che riguarda le nuove tendenze nel campo della tecnologia, del design, dell’arte e della moda»: Caymag. C’è di mezzo Giorgio Baresi (a.k.a. Olandese Volante).

L’altra webzine (ma il taglio è da blog) è SocialDesignZine, che racchiude robe legate al social design (link reperito via Panduzza).

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Anna va in Iraq

Anna fa la sociologa e la crocerossina e vive a Roma. L’ho conosciuta su ICQ qualche anno fa e ci siamo subito stati simpatici. L’ho incontrata a maggio e a casa sua mi sono quasi commosso quando ho visto la divisa della CRI con lo scudetto tricolore attaccato sopra. Io sono uno dei nostalgici ancora sensibili allo spirito di sacrificio e ai colori della Patria. Ho sempre rispettato molto Anna per il suo impegno, per le marcie sotto il sole, per il servizio durante i concerti, per essersi stremata durante l’alluvione a San Giuliano di Puglia.

Anna mi ha detto che va in Iraq e che ci va probabilmente la prossima settimana. Io tremo per lei e perché l’Iraq mi sembra davvero una terra senza legge (codificata o ragionevole) in questo momento, anche alla luce dell’assassinio di Baldoni e del rapimento delle due Simone. Ma lei mi ha detto che «chi sceglie di entrare in Croce Rossa sposa degli ideali: aiutare il prossimo senza fare alcuna distinzione…ecco, in questo io credo».

Le ho chiesto di mandarmi delle notizie da laggiù se avrà il tempo per scrivere e il collegamento per inviarle. Forse nei prossimi post riporterò stralci di quelle e-mail.

In bocca al lupo, Anna.

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“She will be loved”

L’altroieri era la radio date del nuovo singolo dei Maroon 5She will be loved. Per i profani della radio ciò vuol dire che la casa discografica che ti ha mandato il cd single qualche giorno prima ti indica da quale giorno è possibile programmarlo. Questa è la cosiddetta radio date.

Ho ascoltato il singolo qualche settimana fa perché in Australia è già uscito e sta scalando le classifiche. Mi ricorda un po’ Truly, madly, deeply dei Savage Garden ma ne parlo perché è una bellissima canzone d’amore, che parla di un amore romantico e struggente, un po’ difficile anche. Credo che molte storie questo autunno la avranno come colonna sonora e anche io me ne sono un po’ innamorato. Se siete nel mood dell’innamoramento compratela. Se siete innamorati della musica compratela.

I Maroon 5 stanno meritando e nell’ultimo anno la nostra vita li ha avuti in sottofondo con Harder to breathe e con This love. Credo che premiarli non scaricandone le canzoni sia fair in questo caso.

Maroon 5 - She will be loved

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18 giorni

18 giorni di ferie. Alla fine ci sono cascato anch’io. E sono stato lontano dal blog. Ma ero troppo impegnato: a lottare contro i cavalloni di un mare agitato dal vento ridendo quando mi ci buttavo contro, a incantarmi davanti al panorama di Taormina, a camminare per le stradine affascinanti di Cefalù, ad abbronzarmi come non mai, a baciare il cielo azzurro di Sicilia riflesso, a scoprire i dettagli di una Erice senza vento, a leggere (finalmente) Soffocare di Palahniuk, ad ascoltare i cd che non ho mai avuto il tempo, a complicarmi la vita, a perdere gli ultimi punti di riferimento.

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Dj Tiësto suona ad Athens 2004

Ieri ho gettato l’occhio sulla cerimonia d’apertura di Athens 2004 e ho notato che durante la sfilata degli atleti c’era un’inconsueta ma gradevole colonna sonora trance. Oggi Darietto mi ha detto che la musica la metteva dj Tiësto! Per me è una innovazione gradita.

Siamo nel 2004 e la dance non può considerarsi certo un fenomeno musicale marginale. Mi spiace un po’ che Beppe Severgnini (credo) nel commentare la colonna sonora «techno frenetica e sincopata» (dice lui) sia sembrato storcente il naso.

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I dj superstar inaugurano l’era digitale

«I dj di spicco in tutto il mondo stanno abbandonando il vinile, con in testa Judge Jules, Eric Morillo, Dave Clarke, Paul Van Dyk e adesso anche Pete Tong e Sasha; il futuro è sempre più orientato verso l’era digitale. Sasha invece apre la strada all’uso del computer. Ha programmato di mostrare il suo nuovo metodo di lavoro il prossimo mese e ha previsto che la tecnologia dei computer diventerà comune nella cabina del dj. «Penso che questo cambierà il ruolo del dj e separerà gli uomini dai ragazzi, l’idea di andare a vedere un dj che fa girare due pezzi di vinile sta perdendo il suo smalto. La gente vuole di più». Parole di Sasha. Il dj di BBC1 Pete Tong è un altro dj di spicco che adesso usa i cd in discoteca e ha detto che ha cambiato l’85% delle sue esibizioni dal vivo. Dj come Eric Morillo e Paul Van Dyk suonano soltanto cd, spesso usando tracce copiate dai vinili. Come dice Tong, «fa parte dell’evoluzione e do assolutamente il benvenuto al cambiamento» (traduzione da Audio Jelly).

L’unica cosa che mi dispiace è che tra poco i dj non sentiranno l’odore del disco appena spacchettato e non guarderanno dov’è l'”uscita” del pezzo dal vinile che in un certo punto diventa più scuro.

Chiamatemi nostalgico.

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L’estate di Palermo è “Kals’art”

Ho praticamente passato fuori dalla Sicilia la fase dell’estate in cui i ragazzi si abbronzano, decidono di chi innamorarsi e scelgono le canzoni che diventeranno la colonna sonora che verrà archiviata con i ricordi, i sorrisi e le notti dell’estate del 2004. È stato strano ritrovarsi catapultato in un’estate iniziata e accorgersi che Misread dei Kings of Convenience, quella canzone dolce e malinconica che avevo ascoltato qualche volta a maggio nei suoi primi passaggi in radio, è ormai parte dell’OST.

Apparentemente di palo in frasca: il sindaco di Palermo sta facendo un buon lavoro e ha inserito nel programma estivo una manifestazione (Kals’art) che mi sembra ben fatta e valorizza il centro storico.

Oggi ho visto che il quattro settembre, in Kals’art, suoneranno a Sant’Erasmo i Kings of Convenience. Voglio andare a vederli.

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“Nella fattispecie”

«Ti ho lasciata in asso sul più bello
proprio mentre tu ti abbandonavi
avevo già perduto il gusto
il mio desiderio di conquista muore
se vedo terra in vista.

Dispiegando vele ad altre sponde
ho fatto voto all’arte e all’esperienza. […]

L’infedeltà è figlia dell’istinto naturale
contribuisce al miglioramento della specie
estendere la vita circoscritta all’anulare
ha controindicazioni nel sociale
nella fattispecie esistono tutte le attenuanti.

Improvvisando discorsi a braccio
si vestono costumi castigati
e gli armamentari degli amanti
che attendono alla sfera del possesso
e fanno dietrologia del sesso.

L’infedeltà è figlia dell’istinto naturale
contribuisce al miglioramento della specie
estendere la vita circoscritta all’anulare
ha controindicazioni nel sociale
nella fattispecie esistono tutte le attenuanti.

Estendere la vita circoscritta all’anulare
ha controindicazioni nel sociale
nella fattispecie esistono tutte le attenuanti
tutte le attenuanti
nella fattispecie esistono tutte le attenuanti
nella fattispecie esistono tutte le attenuanti
nella fattispecie
nella fattispecie»

(Mario Venuti).

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Galilei nel futuro

La mia ex scuola, quella dove io ero rappresentante d’istituto, ha un sito. Se penso che ai miei tempi il laboratorio di informatica era equipaggiato (forse) con dei 286 mi sento inquieto per la scoperta…

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