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Primo governo giallo-verde agli sgoccioli ma tutte le soluzioni restano aperte

Siamo agli sgoccioli del primo governo giallo-verde MoVimento 5 stelle e Lega. Comunque vada si apre una nuova fase. Condivido con voi alcune riflessioni.

Votare converrebbe a tutti, tranne che a Renzi e (un po’ meno a) Forza Italia
Salvini Meloni sposi
La compagine sovranista è inarrestabile e destinata a crescere ancora nei consensi e a governare. Chi pensa di potere recuperare nella legislatura si illude. Salvini ha fatto un passo falso ma qualcosa non torna. La crisi è stata aperta per un elemento che non conosciamo (ancora?) o qualcosa non è andata come previsto? La Lega rimane comunque la prima forza. Il M5S ha già perso gli elettori con una prospettiva di sinistra (che alle europee sembrano tornati al Pd) e, se si alleasse col Pd, rischia di perdere quelli che li vedevano come alternativa più moderata alla Lega. Tanto vale togliersi il dente e prepararsi al dopo.

La scelta più sensata per il M5S, a mio avviso, sarebbe di andare ora alle urne con Giuseppe Conte premier in pectore. Nel breve periodo perderebbe molti deputati, nel medio potrebbe ripartire e risolvere il problema della selezione della classe dirigente che risulta molto limitante e guadagnare su Pd e Lega, nel lungo essere candidato all’alternanza. Se però è vero il sondaggio che lo dà al 7/8% forse ha più senso ricucire con Salvini, puntando a una ricomposizione “punitiva”, più spiegabile all’elettore dell’unione tra il “Partito di Bibbona” e il “Partito di Bibbiano”. Converrebbe anche alla “mosca cocchiera” (così lo ha gustosamente definito Scalfari in un editoriale di qualche giorno fa) Di Maio che, anche sotto un fuoco “amico”, rischia di trovarsi a pagare l’alleanza con Salvini, ridimensionato, fuori dal governo (se passa un principio di discontinuità) o persino in secondo piano rispetto a un Fico che potrebbe diventare premier (se passa un principio di governo “istituzionale”). Ricucendo passerebbe anche il taglio dei parlamentari che, diversamente, salterà.

La scelta più sensata per il Partito Democratico zingarettiano, a mio avviso, sarebbe di andare ora alle urne (infatti le evoca) e di epurare i renziani che, diversamente, potrebbero completare la creazione di “Azione civile” e avvantaggiarsi di ruoli (palesi o occulti) di governo (o sottogoverno). Poi potrebbe puntare all’alternanza.

La scelta più sensata per Forza Italia, a mio avviso, sarebbe di andare ora alle urne. Perderebbe deputati ma andrebbe al governo, non potendo permettersi una lunga traversata all’opposizione ed essendo destinata a un ruolo minoritario anche in una “maggioranza Ursula”.

Mattarella ha come interesse supremo l’Italia ma…
Di fatto un governo tra il M5S e il Pd tradisce sia l’esito delle elezioni politiche (si alleerebbero i perdenti lasciando fuori il centrodestra o la sua gran parte) che il quadro emerso dalle elezioni europee. Inoltre si prefigurerebbe come un “governicchio”, con Renzi che può staccare la spina quando vuole (ad esempio se i sondaggi lo dessero in salita).
Sia la Russia che gli Stati Uniti non sembrano guardare con favore a questa soluzione, che però piacerebbe a un’Unione Europa su cui incombe la Brexit.
Potrebbe forse il presidente puntare a un governo di scopo (Cottarelli premier?) che faccia la manovra e scongiuri l’aumento dell’Iva e che preluda alle urne in primavera, “imponendo” a tutte le forze politiche un sostegno?
La sua figura ne uscirebbe rafforzata e sarebbe quasi scontata la riconferma nel 2022 al Quirinale, su cui diversamente potrebbero affacciarsi le ipotesi di un redivivo Prodi (che non a caso ammicca a Forza Italia) o Casini (forse ce lo vede Renzi, che pure ammicca a Berlusconi?).

Gli esiti non sono scontati, insomma. Tutte le soluzioni restano aperte. Per me meglio il voto.