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Ho provato il digiuno intermittente

«Togli qualcosa dal ventre e riservalo allo Spirito» (San Gregorio Nazianzeno).

Da quattro settimane dedico un giorno della settimana al cosiddetto digiuno intermittente. Mi ero imbattuto nel tema leggendo Andrea Febbraio, che lo pratica da tempo, e mi sono incuriosito.

Digiuno per 24 ore, dal pranzo della domenica al pranzo del lunedì. Anche se state strabuzzando gli occhi fa bene: migliora il metabolismo, disintossica, dà benefici cardiovascolari, rigenera il sistema immunitario e le cellule riducendo le infiammazioni, fa rimanere concentrati, fa bruciare grasso e può aiutare a perdere peso e forse persino ad allungare la vita. Dopo una prima fase in cui si brucia “carburante” dato dal cibo cominciano a bruciarsi le riserve di grasso. È importante rimanere idratati durante il digiuno, quindi bere molta acqua, e si possono assumere alimenti con zero zuccheri (thè, caffè ecc.). Prima e dopo il pasto deve essere leggero, quando si riprende a mangiare meglio anche con un mini spuntino prima del pranzo. Attenzione, prima informatevi bene e se lo stato di salute non è perfetto vi sconsiglio di provare o chiedete al medico.

Il momento critico è di solito prima di andare a letto perché sento freddo ma in primavera ed estate sarà diverso. Il lunedì mi sento bene e potrei persino proseguire verso le 36 ore del “digiuno del monaco”. La sensazione di controllo è gradevole.

Ci sono altre modalità per il digiuno: restringere l’assunzione di calorie per due giorni della settimana, 16/8 (16 ore di digiuno e una finestra di otto ore per alimentarsi), “dieta del guerriero” digiunando di giorno e con una ricca cena eccetera.

Va notato che l’attuale regime alimentare non è sempre stato così per l’organismo umano. Un tempo si mangiava quando si riusciva a cacciare qualcosa. E nelle tradizioni religiose e filosofiche il digiuno, con motivazioni diverse, è sempre stato presente.

C’è anche un’app che aiuta a tenere traccia dei tempi di digiuno, essenziale ma funziona bene: Zero.