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L’eterna adolescenza

«Le quattro fasi dell’uomo sono infanzia, fanciullezza, adolescenza e obsolescenza» (Art Linkletter).

Riflettevo sul fatto che viviamo ormai la maggior parte della vita in uno stato di adolescenza.

I bambini abbandonano sempre più presto la fanciullezza, smettono di giocare, si sessualizzano precocemente e, con incertezza, iniziano a ricalcare comportamenti da più grandi.

I giovani mantengono tratti adolescenziali. Gli adulti, o meglio i giovani adulti, continuano a sperimentare, con lavori precari e unioni fragili, che tendono a spaccarsi perché si inseguono innamoramenti a volte impossibili e che comunque compromettono le famiglie, con un egocentrismo che tiene in conto secondario il benessere dei figli.

Poche cose vengono vissute come irreversibili, si instaura una cronica attesa di qualcosa che deve arrivare.

Sarebbe facile parlare di immaturità, ma implicherebbe un giudizio. Non sono lontano, in fondo, da questo mancato distacco dalla giovinezza, a cui guardo con nostalgia e anche con sensazione di presenza.

La chiamerei eterna adolescenza.