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Anastacia – “Anastacia”

La storia di Anastacia è una favola. Lei ha una voce da nera in un bellissimo corpo da bianca e, notata da Michael Jackson, ha raggiunto il successo facilmente con I’m outta love.

Eppure la favola è triste, perché Anastacia non è la solita starlette che fa notizia per cambi di fidanzati ed eccessi. Fa una vita moderata e conosce il dolore e la sofferenza. La conosceva già perché è ammalata da quando aveva 13 anni del morbo di Chron, una malattia rara e grave che colpisce l’intestino.

Come se non bastasse, l’anno scorso le è stato diagnosticato un tumore al seno. Mi sembra davvero troppo per una giovane donna come lei. Dà un forte senso di amarezza pensare a questo perverso cocktail di successo e male.

Eppure Anastacia ce l’ha fatta e da qualche giorno è nei negozi con Anastacia, in cui è autrice di testi e musica. Il primo mini-concerto gratuito lo ha tenuto presso un ospedale londinese, memore dei giorni di convalescenza trascorsi nell’ultimo anno.

Credo che questo CD meriti di essere comprato:
1. Perché lei è portentosa.
2. Perché se c’è un modo per farle sentire la nostra vicinanza forse è proprio questo.

Un bacio!

Anastacia

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Berlusconi a Palermo

Cosa resterà della convention per il decennale della vittoria di Berlusconi a Palermo?

Per quanto mi riguarda, oltre alla “visione” (si fa per dire) del premier scortato da almeno dodici auto e due elicotteri che ho incrociato sull’autostrada al mio rientro dalla radio sabato pomeriggio, resterà la risatina che mi ha procurato una contro-campagna molto divertente e pressoché sistematica di “lifting” dei manifesti che tappezzavano (come al solito anche abusivamente) Palermo.

In basso ho messo una foto che ho scattato con il telefonino in via Roma.

Ma rimarrà anche l’immagine di Rudy Belcastro in abito scuro che cerca di porre qualche domanda a Silvio… Lui l’aveva “nascosta” tra le righe del blog, ma Life is too short to drink bad wine l’ha implacabilmente schiaffata ben in vista in questo post! :D

Il manifesto ritoccato di Berlusconi a Palermo

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“Effetto placebo”

Questo sabato pomeriggio sono andato con Cicciosax in centro per vedere due mostre. Io volevo vedere WEBeSCAPE.

Anche due “palermitani d.o.c.” (:P) riescono a perdersi confondendo tra di loro i mercati (che dovrebbero farci da punti di riferimento) e pensando confusionariamente il Capo, la Vucciria e Ballarò come se fossero un unico luogo.

Ciccio sapeva dell’inaugurazione di una mostra che però nonsisadichiènédichecosa e, dopo chilometri a piedi, slalom tra pietroni semidivelti della pavimentazione stradale e mandibole di cavallo (?) abbandonate su asfalti calcati da cani arruffati, giovani sinistroidi arruffati ed extracomunitari che conoscono a menadito la Palermo antica, finiamo alla Galleria Francesco Pantaleone. Su una piazza poco illuminata si apre un portone che dà su una scalinata a spirale. Salire sa di discesa agli inferi all’insù, sensazione accentuata anche dalla penombra, dalle sagome che ci sfiorano, dai lumini alla citronella e dall’odore intenso dell’incenso che proviene dalla mostra. Ciccio sembra a suo agio, mentre io sono un pesce fuor d’acqua che fa finta di niente.

Entrando nella galleria le pareti sono di un rosso sangue che altera ancora di più le mie percezioni. Tocco un muro con la mano sinistra e non mi stupirei se risultasse inconsistente e la mano potesse passarci attraverso, malgrado qualche blanda resistenza delle sue molecole.

La mostra (che si chiama Effetto placebo) sembra banale e a tratti incomprensibile, ma io non ci capisco un *azz* di arte e sono anche sicuro che potrebbero spiegarmi che invece le letture di ciò che ho visto sono tante. Un balcone che non mi dà alcuna sicurezza mi permette per un attimo di sentire l’aria della sera e di vedere ciò che rimane (Ciccio lo afferma con sicurezza) di un palazzo bombardato durante la seconda guerra mondiale.

Scendiamo e ci mettiamo in cerca di piazza S. Anna. Arriviamo e ci dicono che la mostra inizia alle 21, perchè «i ragazzi arrivano verso le nove».

Poco importa se l’orario ufficiale dice che la mostra è dalle 18 alle 24: qui siamo in Marxlandia e gli orari sono soltanto un’insopportabile rigidità…

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Gli Stati Uniti d’Europa e d’America

Devo ammettere che i Radicali mi stanno un po’ antipatici per la questione della liberalizzazione delle droghe “leggere” (io sono molto contrario). Però l’articolo che inaugura la collaborazione di Daniele Capezzone (segretario dei Radicali italiani) e Matteo Mecacci (membro della giunta del Partito Radicale Transnazionale e della direzione dei Radicali italiani) con il Washington Times è ottimo e ve lo consiglio.

…Forse a volte la “roba buona” può far scrivere delle ottime cose! :)

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Ossimoro

Sabato a Roma botte (o spintoni? o lanci di oggetti?) a una manifestazione “pacifista”. “Ossimorico”, direi!

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Il mio nuovo taglio…

…ovvero: come sconvolgere il modus in cui la gente ti vede cedendo in un momento di frivolezza alle tentazioni del tuo barbiere. :D

In realtà non è poi cambiato neanche tanto. Soltanto poche centinaia di capelli che seguono il loro verso naturale piuttosto che andare all’indietro forzati da un prodotto sintetico che prende il nome di gel. Non so nemmeno se mi piacciono e ho difficoltà a trovare il verso per la pettinatura. Oggi sono anche passato dal barbiere chiedendogli “istruzioni” su come domare la chioma anomala e non so se le ho ben comprese.

Per non parlare poi dei commenti che vanno dal «Compa’ sembri Marco Masini così!» di Cicciosax, al «Sembri un frocio» di Laura (che è la mia ragazza, quindi la cosa è preoccupante! :O), dal «Troppo bellini!» di mia sorella al «Taglio “sbréchis”!» di Tony Toné.

Insomma…giudicate da voi.

Il mio nuovo taglio di capelli

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Internet come medium e come oggetto filosofico

Eleonora Righini è una laureata dell’Università di Trieste che ha realizzato una tesi in teoria e tecniche del linguaggio giornalistico su Internet come medium e come oggetto filosofico. Eleonora ha utilizzato una mia modesta (:P) presentazione sul free software e l’open source per una parte della tesi e ha avuto la gentilezza di inviarmi il link al lavoro ultimato che giro volentieri sul blog.

Auguri!

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Deeario come entità cyborg

In vena di amenità, riprendo da Ander Costruksciòn un input per sapere cosa farebbe questo blog se fosse un cyborg partendo dal nome: Digital Electronic Entity for Repair and Intensive Observation (entità digitale elettronica per la riparazione e l’osservazione intensiva…va quasi bene per un sottotitolo del blog! :P). Si può fare anche con i nomi di persona…

Se volete provare cliccate sull’immagine.

Digital Electronic Entity for Repair and Intensive Observation

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Elezioni in Spagna: bin Laden trionfa a sorpresa

ATTENZIONE! IL POST CHE SEGUE È FORTEMENTE SARCASTICO E NASCE DA UN PROFONDO RISENTIMENTO PER I FATTI DEGLI ULTIMI GIORNI. SIETE ANCORA IN TEMPO PER ANDARE A LEGGERE DA QUALCHE ALTRA PARTE…

Osama bin Laden, il candidato del movimento fondamentalista al-Qaida, è risultato a sorpresa trionfatore delle elezioni politiche svoltesi ieri in Spagna.

I sondaggi davano in vantaggio fino a pochi giorni prima delle elezioni il candidato del Pp Mariano Rajoy, ma bin Laden ha intensificato la sua campagna a poche ore dal voto. Alcuni osservatori evidenziano come sia risultato decisivo per la vittoria il veemente intervento tenuto da bin Laden presso le stazioni ferroviarie di Atocha, El Pozo e Santa Eugenia a Madrid insieme alla distribuzione di materiale elettorale contenuto in alcuni zainetti fatti arrivare in treno in città. I fatti di Madrid, insieme alla travolgente forza del pacifismo spagnolo, hanno creato la miscela a dir poco esplosiva che ha portato bin Laden alla vittoria.

Il voto si è svolto in una atmosfera di piena serenità e senza alcun condizionamento. La giornata precedente e quella delle elezioni sono state scandite dal tradizionale suono delle “cajarolas”, le pentole da cucina che le donne spagnole usano percuotere davanti alle sedi del partito avversario per assecondare la serena riflessione degli elettori durante la tregua elettorale.

Il giovane leader di al-Qaida ha già chiarito che il governo che si accinge a formare sarà “monocolore” (l’egiziano Ayman al-Zawahiri, da molti anni braccio destro di bin Laden, sarà il vice-premier) e ha dichiarato che le truppe spagnole impegnate in Operation Iraqi Freedom saranno ritirate entro il 30 giugno:

«L’obiettivo è quello di provocare un effetto domino che costringa le altre forze occupanti ad abbandonare l’Iraq».

Osama spara in aria per la gioia

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La nuova Europa dell’11 marzo

Stefano Folli ha scritto delle cose molto interessanti in un commento su Corriere della Sera.it. Alcuni stralci da me estrapolati ed evidenziati:

«L’Europa non sarebbe soltanto una moneta unica e una burocrazia, ma comincerebbe a esistere come una comunità politica cementata da un grande dramma collettivo. Nonché da un comune nemico quale è il terrorismo nichilista […]. Il sovrapporsi delle sigle (Eta, Al Qaeda) nasconde l’alleanza plausibile fra estremisti islamici e frange terroriste interne in grado di sfuggire a ogni controllo e a ogni logica. […] Un fondamentalismo medievale ma globalizzato e tecnologicamente evoluto. Ne deriva che la minaccia è reale per tutti gli europei. […] A questo punto la sicurezza diventa la priorità politica nell’area europea e ciò investe le responsabilità dei governi e anche delle forze di opposizione. Sicurezza vuol dire più risorse, ma soprattutto risorse spese bene e non sperperate. Vuol dire altresì capacità di salvaguardare una civiltà giuridica, senza affidarsi a leggi speciali. Gli europei, se vogliono, possono dimostrare che per la guerra al terrorismo non c’è bisogno di un Patriot Act e di Guantanamo. […] Si può decidere che la risposta americana al terrorismo è sbagliata, ma allora è necessario avere qualche idea alternativa ed efficace. […] Dopo l’11 marzo, se si ammette che chi ha attaccato la Spagna ha voluto colpire l’intera Unione, è indispensabile che sia l’Europa a rispondere al terrorismo. Dimostrando, se del caso, di avere una ricetta migliore di quella di cui dispone l’America. Il disimpegno pacifista è una risposta? A suo modo lo è, ma difficilmente l’Europa sfuggirebbe per questa via ad altre dosi di nichilismo terrorista. ‘Madrid, Italia’ si è scritto nei giorni scorsi. Se non è solo retorica, è opportuno trarne le conseguenze».

Mi sembra concreto e saggio, tra i disgustosi “distinguo” (peraltro già previsti da 1972) ambigui sulla condanna all’orrore che sento in questi giorni…

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